Rimini. Bande di nordafricani in guerra per il controllo delle zone di spaccio

drogaDIETRO la violenta aggressione avvenuta lunedì pomeriggio in via Sigismondo, c’è un tentato omicidio di cui solo ieri si è venuti a conoscenza. Quello di un altro tunisino, trovato sanguinante in piazza Tre Martiri, colpito da numerose coltellate. Il primo atto di una guerra che si sta consumando per la spartizione del territorio del centro storico, da parte di bande di nordafricani. Il fermo dei due protagonisti della rissa di lunedì è stato formalizzato ieri dagli agenti del Nucleo ambientale della Polizia municipale, uno è per tentato omicidio, l’altro per spaccio.
L’ANTEFATTO avviene all’una e mezza di sabato notte, quando in via Mentana un magrebino viene circondato da un gruppo di connazionali. Uno estrae un coltello e comincia a colpirlo. Racconterà poi che mirava alla sua gola, e solo proteggendosi con le braccia è riuscito a salvarsi. Sanguinante raggiunge piazza Tre Martiri, dove viene soccorso da alcuni passanti. Ha ferite ovunque, anche nella schiena, ma nessuna è mortale. Agli investigatori racconta che l’aggressione è avvenuta per motivi di donne, salvo poi cambiare versione. E si arriva a lunedì. Alle sei del pomeriggio, tra via Sigismondo e via Cairoli si consuma un altro macello. Due tunisini si stanno picchiando a sangue, terrorizzando la gente e costringendola a rifugiarsi nei negozi, sulle cui vetrine arrivano gli schizzi di sangue. Spunta un coltello, c’è un inseguimento, ma a mettere la parola fine è una pattuglia di vigili urbani. Il tunisino con il coltello viene bloccato subito e portato in ospedale, mentre l’altro, anche questo piuttosto malmesso, viene rintracciato dagli agenti del Nucleo in un parco, mentre si sta lavando dal sangue.
RICOSTRUIRE l’intera storia è tutt’altro che facile, ma alla fine gli investigatori mettono insieme i due fatti, e scoprono che l’aggressione di lunedì è la vendetta per il tentato omicidio del primo tunisino. Il parente di questo ha deciso di vendicarlo, e soprattutto di rimarcare il fatto che i ‘padroni’ della zona sono loro. Così ha teso un agguato all’altro in via Sigismondo, per chiarire a modo suo. Non aveva fatto i conti con il fatto che il nemico aveva ancora il coltello, e ha rischiato di avere la peggio. Ora sono entrambi in manette, ma la guerra per l’occupazione del territorio da parte degli spacciatori sembra tutt’altro che conclusa. Quasi tutti i protagonisti di entrambi i fatti, compaiono anche nell’operazione Kebab che diede una sonora spallata agli spacciatori di Borgo Marina. Usciti dal carcere però sembrano essersi riorganizzati, e adesso il cuore della città sta diventando di nuovo terra di conquista.