MORTO di freddo, accucciato sotto il portico dell’Ufficio turistico, a due passi dalla stazione. La vittima è un africano, sembra di 54 anni, ma non è ancora stato identificato con certezza. Era uno dei tanti senzatetto che bivaccano in stazione, e da un primo esame medico non sembra ci siano ferite sul corpo. E’ quindi probabile che il suo cuore si sia fermato a causa della notte passata all’aperto e dell’alcol con cui aveva cercato di scaldarsi, per dimenticare che stava dormendo su un marciapiede. E’ morto probabilmente all’alba e per ore il cadavere è rimasto lì, mentre intorno la gente andava e veniva dalla stazione, indifferente a quello che pensavano fosse solo un ubriaco. A DARE l’allarme, ieri mattina, verso le 11, è stato un passante che ha visto quel fagotto immobile rannicchiato in un angolo dello Iat. Troppo immobile, ha pensato, così è andato dritto alla Polizia ferroviaria. Gli agenti sono corsi, e hanno capito subito che per quell’uomo non c’era più niente da fare. Hanno comunque allertato il 118, e la conferma che era morto è arrivata pochi minuti dopo dagli operatori sanitari. La scena era di quelle già tristemente viste. Accanto al cadavere qualche sporta di plastica con dentro pochi stracci, due pagnotte di pane e un cartone di vino da quattro soldi. Nessuna coperta, addosso aveva soltanto un giubbotto. Sicuramente africano, senegalese o più probabilmente nigeriano, ma nessuno è stato ancora in grado di dargli un nome. Sanno che ha 54 anni perchè giovedì scorso era stato soccorso dall’ambulanza: aveva bevuto troppo e si era sentito male. Tempo mezz’ora e davanti al corpo sono sfilati altri africani, gente senza una casa che è passata per tentare di identificarlo. Un volto già visto, hanno risposto in tanti, ma nessuno è stato in grado di dargli un nome e una nazionalità con certezza. (…) Il Resto del Carlino
