RIENTRAVANO da Lourdes in treno e sono stati bloccati per oltre dieci ore sul treno a causa del diluvio che si è abbattuto sulla Costa Azzurra. Si tratta di un gruppo dell’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) di 104 riminesi di cui facevano parte, oltre agli ammalati (una ventina in barella), anche medici, infermieri e assistenti.
Alle 11,25 di ieri il convoglio era ancora bloccato a Arles.
Cosa sta succedendo in questo momento?
«Siamo fermi qui a Arles. Dovevamo partire dalla stazione di Nimes ieri sera a mezzanotte e mezza», spiega Anna Maria Canini, responsabile settore infermieri Unitalsi di Rimini (il presidente è Valentino Antonelli).
Come state? Ci sono problemi?
«Per fortuna questa organizzazione è veramente pronta a tutto, quindi siamo attrezzati con cibo, acqua e medicinali. Al momento va bene, ci vuole una grande pazienza perché l’acqua ha invaso i binari ed era impossibile andare avanti. Il fatto è che lo scorso anno è successa la stessa cosa».
Come la stessa cosa?
«Eh sì, c’è stato un altro nubifragio e siamo rimasti fermi a Ventimiglia per dodici ore».
Siete sempre bloccati?
«Sì, dal finestrino vedo i vigili del fuoco che stanno rifornendo di acqua i serbatoi per le toilette perché si erano svuotati».
Come avete passato tutte queste ore?
«Ci siamo preparati il caffé, poi insieme abbiamo cantato. In verità noi siamo scesi anche dal treno per fare due passi e abbiamo intonato l’inno d’Italia e Romagna mia. Così per mettere un po’ di buon umore. Tanto altro non si poteva fare».
E’ arrivato qualcuno ad assistervi?
«Certo, la polizia. Sono tutti molto solleciti e cordiali ma al momento siamo autonomi».
Quante persone ci sono sul treno?
«Fra tutti saremo circa 600, molti dall’Emilia Romagna ma diversi anche dal Piemonte e anche questo gruppo lo abbiamo caricato noi, quindi dobbiamo riportarlo a casa».
Lasciamo il convoglio Unitalsi ancora in attesa di proseguire il viaggio di ritorno con la promessa di risentirci nel pomeriggio per sapere a che punto sono.
Alle 16,15 il treno è a Lione.
Come va?
«Siamo qui, a Lione. Purtroppo stiamo tornando indietro, ma è l’unica possibilità che abbiamo. Passeremo da Mentone e poi su verso Torino».
Avete idea di quando riuscirete ad arrivare?
«A Rimini non prima delle 10 o 11 di domani mattina (questa mattina, per chi legge). Il fatto è che noi dobbiamo fermarci a Torino e scaricare i malati. Poi proseguiremo».
Le persone disabili e ammalate, dopo questa odissea, come stanno?
«L’assistenza dell’organizzazione è ottima e ramificata ovunque: avevamo bisogno di pannolini che erano finiti per un bambino e ce li faranno avere non appena arriveremo a Modane. Le garze sterili, finite anche quelle, ci saranno recapitate a Torino. Ce la faremo anche questa volta».
Resto del Carlino