ALLE 3,30 del 24 maggio 1915, un incrociatore a poche miglia dalla costa riminese issò la bandiera austriaca e iniziò a cannoneggiare. La prima guerra mondiale era arrivata a Rimini con il fragore delle esplosioni che distrussero alcune case a ridosso del nuovo ponte ferroviario in acciaio. Subito dopo l’incrociatore puntò i cannoni su un altro ponte, ma riuscì a incendiare solo alcuni carri posti in binari laterali e diverse abitazioni. L’obiettivo degli austriaci era distruggere la linea ferroviaria e impedire il transito del treno con cannoni che poteva spaziare sulla costa adriatica a difesa delle popolazioni. E’ trascorso un secolo da quando la Grande guerra mostrò il suo lato distruttivo a Rimini. Al Far, la galleria al pian terreno del palazzo del Podestà in piazza Cavour, oggi alle 17 verrà inaugurata la mostra che ripercorre quegli anni. ‘Vivere a Rimini negli anni della grande guerra. La quotidianità tra bombardamenti, terremoti, fame e profughi’ è un’iniziativa del Comune di Rimini e dell’Istituto per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della Provincia. La mostra si compone di una parte formata da 24 pannelli realizzati dalla Regione e dalla rete degli Istituti storici regionali, ed è arricchita da 12 pannelli contenenti foto e documenti degli archivi di Alessandro Catrani, della biblioteca Gambalunga, dell’Archivio di Stato di Rimini, della Biblioteca comunale di Russi, dell’Archivio storico marina militare e dall’Archivio storico del Comune di Coriano. Molte di queste foto sono inedite. La mostra è curata da Davide Bagnaresi e Gianluca Calbucci e rimarrà aperta fino a domenica 22 novembre.
«Non si tratta di una mostra sulla guerra o sui militari – premette il presidente dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea Paolo Zaghini –. Ma di una mostra sulla quotidianità di quel periodo, sulla vita della gente in quegli anni difficili, di cui ormai serbiamo un ricordo molto lontano, affidato alle memorie dei parenti dei sopravvissuti. L’esposizione si sviluppa in un doppio percorso: da una parte la vita dei riminesi, raccontata dalle immagini selezionate da Bagnaresi e Calbucci. Dall’altra la vita degli emiliano romagnoli, riassunta dai pannelli realizzati dalla Regione e dalla rete degli Istituti storici regionali. Ne emergono parallelismi, ma anche qualche differenza».
All’esposizione sono stati affiancati tre incontri. Il primo appuntamento sarà martedì nella sala del Podestà al primo piano, alle 15.30, con Fabio Todero che terrà un incontro didattico per gli insegnanti dal titolo ‘Perché ricordare la Grande guerra?’. Venerdì alle 17, Mirco Carrattieri presenterà il libro di Davide Bagnaresi ‘1914 – 1918. Vivere a Rimini negli anni della Grande guerra’. Chiuderà il ciclo l’appuntamento di sabato 21 novembre con il senatore Sergio Zavoli, che rifletterà sulle lettere dei giovani militari inviate a casa. «Sarà un’occasione unica – sottolinea l’assessore Irina Imola – per poter visionare attraverso tante immagini com’era la Rimini di cent’anni fa in un periodo storico tremendo per la città, colpita non solo dalla Guerra, ma messa alla prova da tre importanti scosse di terremoto nel 1916 e dalla necessità di gestire e fornire accoglienza ai profughi veneti calati in Romagna dopo la disfatta di Caporetto nel 1917».
Resto del Carlino