Era sottoposto al regime degli arresti domiciliari per un reato gravissimo come il tentato omicidio, ma la richiesta della figlia di cenare fuori è stata più forte dei vincoli giudiziari. La “libera uscita” non autorizzata di un 34enne di nazionalità bulgara è durata però molto poco: il dispositivo di sorveglianza elettronico ha immediatamente segnalato l’anomalia, permettendo ai Carabinieri di rintracciarlo nel parcheggio di un noto fast food a Viserbella.
I fatti risalgono alla serata di sabato scorso. Intorno alle ore 20.00, la centrale operativa dell’Arma ha registrato l’attivazione dell’allarme collegato al braccialetto elettronico dell’uomo, residente a Viserbella. Una pattuglia si è recata tempestivamente presso l’abitazione per le verifiche del caso, non trovando però il detenuto. In casa era presente l’ex moglie, la quale ha confermato l’assenza del 34enne e della figlia minorenne. Grazie a una conversazione telefonica intercorsa tra la donna e la ragazzina, i militari hanno intuito la destinazione dei due: un ristorante della catena McDonald’s situato a pochi chilometri di distanza, lungo la statale Adriatica. Raggiunto il parcheggio del locale, le forze dell’ordine hanno individuato l’uomo in compagnia della figlia e hanno proceduto all’arresto per evasione. Dagli accertamenti è emerso che il soggetto aveva permessi di uscita limitati esclusivamente a orari lavorativi o per recarsi al Sert, incompatibili con la presenza nel locale in orario serale.
Nella mattinata di ieri si è tenuto il processo per direttissima presso il Tribunale di Rimini. Difeso dall’avvocato Sonia Giulianelli, l’imputato ha cercato di giustificare la propria condotta davanti alla giudice Eleonora Busnelli, spiegando di non essere riuscito a opporre un rifiuto di fronte all’insistenza della figlia che desiderava cenare nel fast food. Il magistrato ha convalidato l’arresto ma, diversamente da quanto richiesto dalla Procura che invocava nuovamente i domiciliari per il reato di evasione, non ha disposto ulteriori misure cautelari specifiche per questo episodio.
L’uomo rimane comunque vincolato alla detenzione domiciliare in virtù della condanna principale che sta scontando: cinque anni di reclusione, patteggiati appena un mese fa, per il tentato omicidio di una 29enne. La vicenda risale al 19 maggio 2024, quando nelle campagne del ravennate, tra Savio e Fosso Ghiaia, la vittima venne ferita a colpi di pistola. Il 34enne, che ha alle spalle precedenti per ricettazione, minacce, porto abusivo d’armi e sfruttamento della prostituzione, era già noto alle forze dell’ordine anche per una precedente evasione. Dopo il fermo di sabato, su disposizione del sostituto procuratore Davide Ercolani, aveva trascorso le notti nelle camere di sicurezza della stazione dei Carabinieri di Riccione in attesa dell’udienza.











