Nel cuore di una transizione caotica per il Rimini Football Club, emerge un conflitto aspro con l’amministrazione locale, che rischia di paralizzare l’intera stagione. La nuova proprietà punta il dito contro il Comune, accusandolo di aver deliberatamente ostacolato l’accesso allo stadio Romeo Neri, cambiando i lucchetti e impedendo allenamenti e partite, nonostante i pagamenti delle rate fossero stati effettuati. Una diatriba che si innesta su un’estate di turbolenze, culminata nello smantellamento della rosa nell’ultimo giorno di mercato, lasciando la squadra in un limbo operativo e i tifosi in subbuglio.
Secondo la posizione espressa dalla nuova proprietà nel comunicato diffuso ieri pomeriggio, l’acquisizione del club è stata formalizzata il 12 agosto 2025, come attestato dalla camera di commercio. Subito dopo, il Comune avrebbe presentato con urgenza i conti e gli accordi non onorati dalla gestione precedente. La società rivendica di aver saldato la rata scaduta il 1° agosto – non pagata dai vecchi proprietari – anche se, per un errore umano, il versamento del 25 agosto è stato imputato erroneamente alla scadenza del 1° settembre. Aggiunge di aver coperto anche i danni per un materasso bruciato durante una partita contro il Perugia, risalente a circa due anni fa. Nonostante le quietanze inviate via PEC e la correzione promessa per il 1° settembre, il Comune avrebbe proceduto a modificare i lucchetti, bloccando l’ingresso a giocatori e staff e creando gravi difficoltà operative. Questo ha portato alla cancellazione della seduta di allenamento prevista per ieri, martedì 2 settembre.
Le critiche non si fermano qui: la proprietà contesta anche i tifosi per aver diffuso informazioni false sul mancato rispetto delle scadenze, invitando l’assessore allo Sport e il sindaco a un confronto urgente per risolvere la questione in modo rapido e definitivo. Sottolinea la necessità di collaborazione istituzionale in un momento di riorganizzazione delicata. In un gesto provocatorio, la proprietà – rappresentata dalla signora Scarcella e dalla Building Company – si dice disposta a cedere le quote al Comune o a terzi indicati dal sindaco, a patto di recuperare quanto investito finora, sia a livello societario che personale. Nel frattempo, implora di consentire almeno gli allenamenti in vista della partita imminente.
Dall’altro lato, l’amministrazione comunale ribatte di non aver ricevuto ancora la documentazione completa necessaria per autorizzare l’uso dello stadio. L’assessore allo Sport Michele Lari precisa che non sono stati cambiati lucchetti: ieri mattina, chi aveva regolare concessione, come il gruppo di atletica, è entrato senza problemi. Si tratta, secondo lui, di una semplice prassi amministrativa da rispettare; una volta ottemperata, l’accesso sarà immediato. La posta in gioco è alta, con la sfida casalinga contro la Ternana in programma domenica prossima.
Sul fronte sportivo, l’ultimo giorno di calciomercato, lunedì scorso, ha visto un esodo significativo: Giacomo Parigi si è trasferito al Latina, Luca Falbo al Ravenna, Marco Garetto alla Ternana, Leonardo Ubaldi alla Cavese e Cristian Langella al Cosenza, mentre Megelaitis ha risolto il contratto. Per colmare i vuoti, sono arrivati giovani talenti: dall’Empoli il difensore Moray (classe 2006) e il centrocampista Asmussen (2005); dall’Udinese l’attaccante D’Agostini (2007) e Ballarini (2001) in prestito.
Mentre lo scontro istituzionale infiamma gli animi, la proprietà annuncia una conferenza stampa per venerdì mattina 5 settembre, dove presenterà la società e l’organigramma, comunicando in anticipo orario e luogo ai giornalisti. In quell’occasione, si scuserà con i tifosi per la gestione contestata, spiegando le ragioni delle difficoltà attuali e chiedendo il loro sostegno per riaprire i cancelli dello stadio. Un appello che potrebbe segnare un punto di svolta, o l’inizio di un addio definitivo.