Rimini Calcio. La svolta è vicina: la multinazionale è pronta a chiudere. Nel pacchetto anche il debito Rota (VR TRASPORTI)

Il Rimini FC è a un passo dal cambio di proprietà. Dopo settimane di trattative riservate, la Building Company di Giusy Scarcella ha ufficialmente ammesso, con una nota diffusa ieri, che «sono già in corso trattative per la cessione delle quote societarie, condotte con la massima serietà e nel pieno rispetto della riservatezza, con l’obiettivo di affidare il club a una realtà solida e strutturata, capace di garantire continuità, stabilità e prospettive di crescita».

Secondo fonti verificate, il gruppo acquirente è una multinazionale quotata in Borsa, attiva nel comparto alimentare e in altri settori a medio-alto valore aggiunto, con un fatturato di rilievo e interessi diretti nell’area romagnola, soprattutto sulla costa adriatica.

La trattativa, avviata sotto la regia del direttore sportivo Stefano Giammarioli, procede spedita: i legali della holding straniera e quelli della Building hanno completato le verifiche contabili e giuridiche. Nelle ultime ore si lavora alla stesura del contratto definitivo.

Il Rimini FC presenta un indebitamento complessivo intorno ai 4 milioni di euro, quasi tutto ereditato dalle gestioni precedenti. La Building, in questi tre mesi, ha onorato le scadenze federali e ridotto le spese, ma il valore del club resta simbolico rispetto all’euro versato in luglio al momento del preliminare di vendita.

A pesare è anche il debito con la VR Trasporti di Andrea Rota, ex proprietario del club, che ammonta a circa 200 mila euro. Proprio questa esposizione, riconosciuta dal Tribunale di Milano, aveva portato al sequestro temporaneo delle quote.
Fonti vicine al dossier confermano che l’acquirente si è impegnato a salvare la trattativa liquidando integralmente il debito Rota contestualmente alla firma. Una mossa decisiva: l’avvocato Buscemi, custode giudiziario delle quote, potrà così dare il via libera alla compravendita e chiudere definitivamente la parentesi legale aperta due anni fa.

L’intervento mediatico dell’avvocato Simone Campolattano, che aveva diffuso una nota parlando dell’interesse di una società straniera “multi-club”, ha avuto l’effetto opposto a quello desiderato. Chi conosce le dinamiche interne al Rimini ha subito letto quella mossa come un tentativo tardivo di rientrare in scena, dopo i trascorsi professionali dello stesso Campolattano ai tempi delle gestioni Rota e Di Salvo.

L’ipotesi MCO è stata infatti scartata in poche ore: la cordata non presentava garanzie sufficienti, come già accaduto per almeno altre tre proposte arrivate sulla scrivania della Scarcella nelle ultime settimane.

La multinazionale segnalata da Giammarioli resta quindi l’unico interlocutore reale, e l’unico disposto a mettere sul tavolo risorse immediate per debiti, rilancio e mercato.

Dalle informazioni raccolte, le firme sono attese entro mercoledì. Le parti hanno raggiunto un’intesa sui punti più delicati, compreso il recupero parziale delle somme anticipate dalla Building per tenere in vita la società.
Una volta chiusa l’operazione, il nuovo gruppo subentrerà con un piano triennale di rilancio, che prevede l’ingresso di nuove figure manageriali e la valorizzazione dell’immagine del Rimini FC come brand territoriale.

Dopo mesi di incertezze, la città può intravedere la luce: il Rimini sta per cambiare pelle. E per la prima volta da anni, lo farà con alle spalle una struttura internazionale e capitali veri.