Nei guai un medico di 61 anni. E’ accusato dalla procura di falso ideologico e truffa ai danni dello Stato in concorso con una coimputata che ha già chiuso la propria partita con la giustizia con un rito alternativo. Dopo un’ispezione nel locale notturno del riminese di proprietà della coimputata, alla richiesta dei militari di poter visionare tutta la documentazione relativa al personale, la titolare non aveva presentato i certificati di 11 dipendenti che avrebbero dovuto attestare le avvenute visite mediche, obbligatorie per chi lavora la notte. Mancanza che avrebbe fatto scattare in violazione del decreto legislativo numero 66 dell’aprile 2003, quello che regola alcuni aspetti nell’organizzazione degli orari di lavoro del personale dipendente, una sanzione amministrativa di poco inferiore ai 4mila euro. Ebbene secondo l’accusa il medico sarebbe intervenuto successivamente per dare una mano, tanto che i documenti presentati “recavano una data falsa, anteriore a quella del controllo effettuato avvenuto il 20 giugno del 2017”. Tutto ciò per “far sembrare regolare la posizione della titolare”. Da qui le gravi accuse dalle quali si dovrà ora difendere.
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