La storia di Gina aveva attraversato tutta l’Italia, suscitando ondate di protesta e di orrore. Il piccolo Jack Russel, torturato e bruciato vivo solo per vendetta nei confronti della fidanzata. Il processo al giovane che ha seviziato la cagnetta, un 33enne bergamasco di buona famiglia, si è aperto ieri mattina. Parti civili si sono costituiti la sua ex ragazza, l’Enpa (Ente nazionale protezione animali) e la Lega protezione dei cani.
I fatti risalgono all’8 agosto del 2014, quando Claudia e il fidanzato, arrivano con il loro van al Riviera Horses di San Giovanni in Marignano perchè lui deve partecipare a un concorso ippico. Con la giovane c’è anche l’inseparabile Gina, il suo piccolo Jack Russel di 10 anni. Durante la notte però la ragazza si sveglia e non trova più la cagnolina. La cerca a lungo ma non la trova, e si spaventa sempre di più. La sera prima ha infatti litigato con il fidanzato e lui aveva minacciato di dar fuoco a Gina. Mentre continua a cercare nella campagna circostante, sente dei lamenti provenire da un campo. Quello a cui si trova di fronte le fa accapponare la pelle. Gina è dentro un sacchetto di plastica a cui qualcuno ha appiccato il fuoco. La ragazza urla disperata e il cane viene portato subito in uno studio veterinario, dove scoprono con orrore che è stato preso a bastonate, colpito con un forcone e quindi infilato nel sacchetto che hanno poi incendiato. Gina è ancora viva, ma gravissima e la barbarie viene subito denunciata ai carabinieri.
La prima a mettere gli investigatori sulla strada giusta è la proprietaria della cagnetta che punta subito il dito contro il fidanzato, il quale, dice, fa anche uso di cocaina. Il giovane nega a oltranza, ma viene indagato subito per maltrattamenti di animali. Gina muore poche ore dopo e Facebook viene invasa da migliaia di messaggi di protesta, mentre le associazioni animaliste annunciano battaglia. Nel frattempo la svolta arriva dalle telecamere a circuito chiuso del resort dove i due alloggiavano che vengono visionate dai carabinieri di Cattolica. Nelle immagini si vede infatti la cagnetta prelevata da due uomini, e uno indossa gli stessi vestiti del fidanzato della ragazza. Ieri mattina si è aperto il processo, e la padrona della cagnolina uccisa, rappresentata dall’avvocato Francesco Vasini, è decisa a ottenere giustizia per la sua dolcissima Gina. Nella prossima udienza verranno sentiti anche alcuni conoscenti dell’imputato, il quale si sarebbe vantato con loro di quello che aveva fatto. Il Resto del Carlino
