Rimini. Carim fa cassa: vendute sei filiali Intanto assume trenta giovani

CARIMCARIM vende le filiali «non più strategiche» in Abruzzo e in Molise per fare cassa. E torna (finalmente) ad assumere. L’istituto di credito di piazza Ferrari ha concluso l’1 ottobre scorso il perfezionamento della vendita di sei filiali nelle province di Campobasso e di Chieti. A comprarle è stata la Banca Popolare pugliese, che garantirà in questo modo i posti di lavoro degli attuali dipendenti degli sportelli (circa una ventina). Attualmente Carim conta una novantina di filiali, comprese quelle che sono state recentemente rinnovate.
INSIEME alla vendita delle sei filiali, la Cassa di risparmio sta riorganizzando – come già annunciato a gennaio – anche il personale, per cercare di ridurre i costi di gestione. Sono stati circa 60 i posti tagliati in questi mesi, «ma non c’è stato alcun licenziamento – sottolineano da piazza Ferrari – Tutti i dipendenti in esubero sono andati in prepensionamento o hanno goduto degli ammortizzatori sociali e dei fondi integrativi previsti dal contratto bancario». In questo modo la Carim si è ‘liberata’ di contratti in alcuni casi anche onerosi (tra i dipendenti in esubero c’erano anche alcuni funzionari, e non semplici impiegati), con un risparmio importante che «andrà a incidere positivamente già nel bilancio del 2015».
IL TAGLIO di 60 dipendenti e il ricorso al contratto di solidarietà ha permesso alla banca riminese di poter tornare (dopo anni) a fare assunzioni. Già da ottobre infatti la Carim ha assunto a tempo indeterminato una decina di giovani dipendenti, che prima avevano un contratto precario. Non solo: l’istituto di credito di piazza Ferrari si è impegnato «ad assumere un’altra ventina di giovani dipendenti, tra quelli precari attualmente in servizio». In totale fanno così 30 nuovi assunti nel giro di pochi, a fronte dei 60 ‘esodati’. I dipendenti scenderanno così a circa 650. Una mossa che dovrebbe permettere di raddrizzare i conti, anche se le prospettive per il bilancio finale 2015 (dopo i primi sei mesi chiusi in passivo) non sono molte buone. E’ probabile infatti che la Carim concluda l’anno in rosso, proprio com’è avvenuto nel 2014. Il deficit è causato, principalmente, da quei crediti che la banca ritiene ormai difficilmente esigibili, e che verranno pertanto messi tra le perdite. Tra il gennaio 2014 e il giugno 2015 Carim ha già ‘bruciato’ in questo modo 140 milioni di euro, ma il conto è ben più alto se si considerano anche le precedenti rettifiche sui crediti, comprese quelle fatte dai commissari di Bankitalia: si tratta di circa 400 milioni ‘bruciati’ in pochi anni. Ecco perché Carim sarà costretta ad aumentare il proprio capitale.