«SIAMO sotto attacco. Carim sta subendo un vero linciaggio». Non usa mezzi termini il presidente della Cassa di risparmio, Sido Bonfatti, per commentare le ultime vicende che interessano la banca: l’indagine bis sulla gestione a partire dal 2012 «di cui non ci è stato notificato alcun atto» e le presunte irregolarità su finanziamenti concessi senza le dovute garanzie. E stavolta Bonfatti, presentando gli eventi per il 175esimo anniversario della Carim, entra nel dettaglio anche dell’ispezione fatta da Bankitalia, conclusasi ad aprile. «La relazione è terminata senza alcuna sanzione al sottoscritto o a funzionari della banca, le criticità le abbiamo ereditato e le stiamo risolvendo. Non ci risultano avvisi di garanzia o altri atti da parte della Banca d’Italia». Ecco perché «d’ora in poi risponderemo agli attacchi, tutelando la banca e i soci. Anche attraverso le vie legali». Una difesa a spada tratta, della Carim e anche della Fondazione, finita nella bufera dopo gli ultimi esposti. «Non si capisce tanta astiosità verso la Fondazione e mi riferisco all’istituzione, non alla Fondazione. Come si può considerare criminale aver distribuito nel 2013 dividendi ai vari soci e anche alla Fondazione (il principale azionista) che con quei soldi ha finanziato l’Università e gli interventi per gli anziani e il sociale?». Di più: «Se non ci fosse stata la Fondazione a credere nella ricapitalizzazione, evitando nel 2012 che la Carim fosse venduta a una delle quattro banche oggi in default (c’erano trattative avanzate sia con Banca Marche che con Carife, ndr). Il punto è che Bankitalia voleva una ricapitalizzazione di 130 milioni, e questo territorio è stato in grado di garantire solo 70 milioni».
ECCO perché già nel 2016, come conferma Giampaolo Scardone, sarà necessaria entro giugno «un’altra ricapitalizzazione da 30 milioni di euro». Un’azione che dovrà rilanciare l’istituto, insieme al piano industriale che prevede la «razionalizzazione di costi e spese» e un aumento del credito del 4%. «Stiamo vagliando anche ipotesi di partnership con altre banche. Negli ultimi due anni abbiamo messo a perdita crediti, ritenuti non più esigibili, per oltre 190 milioni. Sono prestiti concessi – ricorda Scardone – prima del commissariamento». «Nonostante la situazione pesantissima ereditata, abbiamo raddrizzato la Carim con ogni mezzo, eppure ora veniamo accusati ingiustamente», attacca Veri Negri Zamagni, vice presidente della banca tra il 2012 e la primavera scorsa. «I soci e i clienti devono continuare ad avere fiducia nella banca, che resta solida ed è il primo istituto del Riminese – ribadiscono Bonfatti e Scardone – Ci aspettiamo la fiducia di azionisti e investitori. La Carim resta ancora un affare».
Resto del Carlino