
Caro Diario è notizia di oggi il successo dell’operazione Millenium, che ha portato all’arresto di 97 persone coinvolte in un sistema imprenditoriale mafioso con radici profonde nel nostro territorio. E quando parlo di nostro territorio intendo Rimini Nord, Torre Pedrera per l’esattezza. Lo stesso luogo dove qualche settimana fa il sindaco mi contestava in pubblico di fare il male della mia città perchè scrivo del pericolo mafioso che vive e prospera in tutta Rimini.
È evidente anche ai più “distratti” che esiste una correlazione tra la nostra offerta turistica scadente, il valore degli immobili della nostra zona, il tasso di infiltrazioni e i movimenti di capitali attorno al nuovo piano urbanistico che dovrà essere approvato. Una correlazione che si sposa perfettamente con le realtà imprenditoriali che vivono contiguamente al partito a tutti i livelli e che si strutturano per essere organici alla vita sociale della nostra città.
Nella società civile il vero nodo culturale da sradicare è la percezione della mafia che abbiamo interiorizzato, perché la consideriamo un corpo estraneo violento e facilmente identificabile mentre nella realtà è esattamente l’opposto. Negli anni si è abilmente infilata nella quotidianità, prestando soldi dove e quando serve, facendo da trait d’union tra politica e imprenditoria, soddisfacendo interessi e desideri in cambio di potere.
Rimini è terreno particolarmente fertile per queste situazioni, in quanto sta vivendo un momento di enorme crisi sia economica che valoriale. Siamo nel famoso chiaroscuro di Gramsci, quello in cui si creano i mostri, con l’aggiunta di un’enorme questione morale mai veramente affrontata e risolta.
Caro Diario, a distanza di quasi un mese dall’incontro a Torre Pedrera quelle parole risuonano ancora più fuori tempo, invecchiate molto male sotto la luce, impietosa, della realtà dei fatti.
Stefano Benaglia