Un milione di euro per chiudere i campi nomadi sinti e rom più affollati per sostituirli con soluzioni abitative diverse. Uno di questi potrebbe essere quello di via Islanda, dove si contano oltre 80 persone. Sono i soldi stanziati dalla Regione Emilia Romagna che fa l’elenco delle province con il maggior numero di campi e aree, e tra queste, dopo Reggio Emilia, Modena, Bologna e Piacenza c’è anche Rimini, al quinto posto nella graduatoria, con 14 indediamenti e 197 persone. Ogni progetto verrà finanziato per l’80 per cento del costo complessivo dell’intervento, con un limite di 250mila euro per gli investimenti in conto capitale e 70mila per quelli di spesa corrente. L’obiettivo, appunto, è quello di smantellare gli insediamenti più grandi e più degradati. Via Islanda conta una popolazione piuttosto numerosa, con anche parecchi minori. Molti sono stati negli anni gli interventi delle forze dell’ordine e dell’Ausl, non ultimo quello di qualche giorno fa, quando durante un controllo di routine è stata trovata una situazione pericolosa per quanto riguarda gli impianti di illuminazione che sarà oggetto di un’ordinanza comunale, in cui verrà disposta l’immediata messa in sicurezza.
MA, spiega Gloria Lisi, vice sindaco assessore alle politiche sociali, smantellare quel tipo di campi nomadi e sostituirli con abitazioni o quant’altro, è più facile a dirsi che a farsi. E certo non basterebbe quel milione di euro che la Regione ha messo sul piatto. «Per avere i soldi – spiega – bisogna partecipare al bando e presentare un progetto, ma significa anche aprire una serie di procedure tutt’altro che semplice, soprattutto da un punto di vista urbanistico. Non sappiamo quanto ci toccherebbe, nè quanto dovremmo stanziare per intergrare, e soprattutto quanti di loro sarebbero disponibili ad andare nelle abitazioni alternative al campo. Comunque sia, facendo i ‘conti della serva’, con quelle cifre non andiamo da nessuna parte, sono importi irrisori per sistemare situazioni come quelle. Non si sa quale ricaduta economica e anche di opportunità ci sarebbe se intervenissimo. Di opportunità perchè si potrebbe parlare di discriminazione nei confronti dei cittadini che non hanno quell’etnia. Comunque sia non abbiamo ancora deciso nulla, ci penseremo».
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