AGGREDITI da detenuti tre poliziotti in carcere negli ultimi giorni. Due di essi sono stati pestati a sangue, presi a pugni da un robusto magrebino che non voleva saperne di rientrare nella sua cella dopo la pausa della cosiddetta ‘sorveglianza dinamica’, quando le celle vengono aperte e i carcerati circolano nei corridoi e nelle sezioni. Il gravissimo episodio è accaduto il 29 agosto. Due giorni dopo ai ‘Casetti’ un altro magrebino, detenuto per rapina, ha tentato il suicidio, salvato dal tempestivo intervento di un agente della penitenziaria. I due episodi sono stati denunciati e resi noti dal sindacato penitenziari della Uil. Ieri aggredito un terzo agente da un altro detenuto straniero. Questa denuncia è del segretario generale Sappe, Donato Capece. Che punta il dito contro la ‘sorveglianza dinamica’: «Si lasciano aperti tutto il giorno i detenuti sino a sera, provvedimento improvvido». «Negli ultimi giorni a Rimini — scrive Giuseppe Crescenza, coordinatore regionale Uil Pa Penitenziari — due poliziotti sono stati vigliaccamente aggrediti da un detenuto con pugni in faccia e testate ed hanno riportato una prognosi rispettivamente di 22 giorni per una frattura a un dito e 10 giorni per trauma cranico per un pugno ricevuto alla nuca». L’uomo, incarcerato per spaccio, ha colpito il primo agente, che lo aveva invitato a rientrare in cella, alle spalle. «La cosa che fa più rabbia – aggiunge Crescenza — è che l’aggressione è avvenuta in una sezione dove è già in vigore la sorveglianza dinamica e questo dimostra che le nostre continue lamentele sulla scarsa sicurezza degli agenti hanno fondamento». «Da tempo — continua Crescenza — abbiamo posto la questione delle violenze in danno di personale penitenziario. Non osiamo immaginare cosa sarebbe accaduto a parti inverse. (…) Il Resto del Carlino
