«Una pericolosa ossessione per la persona offesa da parte di Edson Tavares, indagato per stalking». Parlavano chiaro le dodici, dettagliate pagine di richiesta della misura di custodia cautelare in carcere ed in subordine dell’applicazione congiunta di divieto di dimora nella provincia di Rimini e divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima Gessica Notaro, richiesta fatta dalla Procura nella persona del pm Marino Cerioni e datata 23 settembre scorso. Una misura quella del carcere che il giudice per le indagini preliminari, Vinicio Cantarini, non aveva ravvisato: a lui Tavares risultava incensurato, in più non aveva mai alzato le mani sulla sua ex, limitando la sua ossessione ad un comportamento molesto assiduo, ma mai violento nel significato più stretto della parola. Così per il capoverdiano, dopo un primo ammonimento del questore Maurizio Improta, datato agosto 2016, era arrivato il 30 settembre il divieto di avvicinamento a Gessica ed alla madre a 50 metri ed il divieto di uscire in orario notturno. Un divieto quest’ultimo che era stato revocato a novembre ed al quale la stessa Notaro non si era opposta. Sembrava, infatti, che tutto si fosse calmato dopo la misura cautelare di avvicinamento. C’è da dire che, anche in caso di arresto, dopo 3 mesi, Eddy sarebbe stato fuori. Eppure negli atti della Procura la pericolosità di Edson Tavares veniva anche descritta con dovizia di particolari, non da ultimo «il recentissimo precedente per lesioni come da casellario e l’arresto del 15 settembre, computo dal Corpo Forestale per resistenza». Sembra che un’altra sua ex fosse stata minacciata dallo stesso capoverdiano: «Vengo a prenderti a casa, poi vedrai», le avrebbe detto per terrorizzarla. Parole inquietanti che si sono ripetute contro altri individui. Edson, Eddy come lo conoscevano tutti, Tavares, non era un tipo facile, almeno stando alla descrizione che emerge dalle carte giudiziarie e non solo per lo stalking sistematico e continuativo messo in atto contro l’ex Miss Romagna, bombardata di messaggi, di scenate di gelosia, di finti malori e di minacce di suicidio, facendo leva sul terribile dolore che la bellissima riminese aveva provato sei anni fa quando il fratello maggiore Bruno, noto avvocato del foro di Rimini, era stato trovato impiccato nella mansarda di casa. Ma la rabbia e la folle ossessione di Eddy si è riversata anche su due colleghi di lavoro dell’Acquario di Rimini: «Io ho perso tutto, ma a te ti ammazzo» o ancora «Vado a casa a prendere la balestra e ti ammazzo se non mi fai vedere il cellulare» con un paio di compagni di lavoro colpiti anche a calci e pugni. E denuncia dopo denuncia, compresa quella per maltrattamenti all’amato pitbull, e l’ammonimento del questore, erano finiti tutto nel procedimento per stalking. Gli avevano trovato anche munizioni in casa oltre alla balestra. Proprio il 9 gennaio, il giorno prima dell’aggressione con l’acido, il pm Cerioni aveva chiesto il rinvio a giudizio per Eddy. Lui però non lo sapeva. Adesso ha nuove, pesantissime accuse di cui rispondere. Intanto dalla Questura è già stato fatto partire il procedimento per la revoca del permesso di soggiorno. In caso di eventuale processo e condanna, sarebbe riaccompagnato nel paese d’origine. Ma questo è ancora tutto prematuro. Il Resto del Carlino
