Rimini. Cercava l’amore, trovò la morte

Carabinieri 1«SEI ARRIVATO tesoro?». «Fra tre minuti sono lì, puoi uscire amore». Sono le frasi con cui Monica Sanchi sta attirando Silvio Mannina nella trappola mortale. A raccontare alcuni dei retroscena di due delitti, è stato ieri mattina uno degli investigatori di Como che insieme ai carabinieri di Rimini ha indagato sul delitto di Lidia Nusdorfi, uccisa a coltellate alla stazione di Mozzate, e di Silvio Mannina, ammazzato invece a Rimini e sepolto negli acquitrini del lago Azzurro.
PER quei delitti ci sono alla sbarra quattro persone. Il protagonista principale è Dritan Demiraj, il pasticciere albanese di 29 anni che pianifica una mattanza solo per punire Lidia, la sua ex compagna che ha osato tradirlo con suo cugino. La donna è scappata da lui sapendo la sorte che l’aspetta e si è rifugiata dai parenti nel comasco. Per riuscire a rintracciarla, Dritan deve per forza contattare Mannina, l’ultimo uomo con cui lei ha avuto a che fare. Silvio cade nella rete di Dritan grazie alla fidanzata di questo, Monica Sanchi. Una ragazza che una tragica legge del contrappasso costringe ora quasi paralizzata in un letto d’ospedale. Lei, quella che aggancia Mannina su Facebook, che ‘gioca’ con l’uomo a fare l’amante online e che alla fine lo invita a Rimini con la promessa di un incontro bollente. Lui non ha motivo di sospettare nulla, e sale sul treno per la riviera convinto di andare all’appuntamento con una ragazza bella e disponibile. Ma i messaggi che Monica invia a Silvio su Facebook la sera del 28 febbraio, la inchiodano.
MANNINA arriva a Rimini con il treno delle 20,20 e Monica lo avvisa che può uscire dalla stazione ferroviaria, perchè lei è già fuori ad aspettarlo. Ma quella serata che lui immagina piena di fuoco e sentimento, si trasformerà in un inferno da cui non uscirà vivo. Quando arrivano nell’appartamento di Dritan, in via dell’Abete, l’albanese è lì ad aspettarli. E, secondo la confessione che farà poi Monica agli inquirenti, ci sono anche gli altri due imputati, lo zio di Demiraj, il pescatore Sadik Dine, e un minorenne albanese, ospite in quei giorni di Dritan (processato dal Tribunale dei minori di Bologna). L’obiettivo del pasticciere è quello di fare uscire allo scoperto Lidia che lui non riesce più a trovare, e per questo gli serve Silvio. Mannina viene torturato atrocemente e costretto a prendere un appuntamento con la Nusdorfi, prima di essere ucciso. Dritan si tiene il suo cellulare (mai trovato) per messaggiare con la donna fino al giorno dopo, quando parte per Mozzate per andare ad ammazzarla con 11 coltellate. Mentre Lidia muore, il corpo di Silvio, avvolto in un lenzuolo chiuso con del nastro isolante, è già stato gettato nel lago Azzurro. Il processo riprenderà il 28 settembre, quando il presidente della Corte, Massimo Di Patria, dovrà decidere se far testimoniare anche il figlio 13enne di Dritan.

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