Gli Stati Uniti per bocca del segretario di Stato John kerry si sono detti disposti ad accogliere nei prossimi anni fino a 100mila migranti, su una popolazione di 338 milioni di abitanti. Le associazioni no profit riminesi dei 450 sventurati che ospitiamo sostengono di volerne almeno il doppio! Ossia 900. Proiettati sulla provincia verrebbe un profugo ogni 370 residenti; uno ogni 150 abitanti del Comune di Rimini. Una sproporzione enorme rispetto all’America! Noi che siamo fra i Paesi più miserabili d’Europa a causa dell’enorme debito pubblico e di altri problemi, qualificati recentemente da un autorevole report come Nazione: Diseguale, ingiusta ma soprattutto corrotta. Qui a Rimini questi con la pettorina, che chiedono costantemente quattrini, incalzano «sì, ancora, mandate, mandate». Non voglio pensar male che ci sia chi ci fa quattrini, come emerso in altre realtà, ma i numeri riportati sopra su quanti ne accolgono gli Usa e quanti ne accolgono, i «fenomeni» riminesi sono eloquenti!
Alessandro D.
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I numeri dicono poco. La Germania ci ha dimostrato che i migranti non si contano ma si ‘pesano’. Aprire le porte ai medici e agli ingegneri di Aleppo è cosa diversa dal subire la costante invasione dai Paesi nordafricani. Gli altri gestiscono i flussi, noi fabbrichiamo migliaia di fantasmi, migranti ammassati nei centri di accoglienza che nel giro di pochi giorni vanno ad ingrossare le fila dei disperati. Non è in buona fede chi sostiene che l’Italia non dovrà fare i conti con quell’esercito di profughi che spinge ai confini dell’Europa. Lei avanza il sospetto che qualcuno ci marci, e non sono disposto a rimetterci una mano per giurare il contrario. Ma riconosco alle associazioni di volontariato e alla Caritas il grande merito di affrontare concretamente un’emergenza che le istituzioni, da Roma in giù, non riescono a gestire. Non le nascondo che anch’io temo le conseguenza di una massiccia presenza di stranieri, ma la invito a leggere le proiezioni demografiche. Nulla li fermerà, per questa ragione dovremo attrezzarci per evitare che diventi un’occupazione e si trasformi invece in una opportunità.
Il resto del Carlino