Intanto Casa Madiba Network affida ad un post di Facebook la sua teoria a dispetto di quanto immortalato dalle telecamere: «Noi non siamo andati al Conad con intenti bellicosi – scrivono gli attivisti – volevamo smacchiare il quartiere che viviamo dalla presenza di un gruppo neonazista che specula e fa sciacallaggio sugli effetti della crisi economica». Gennaro Mauro, capogruppo in consiglio comunale del Popolo della Libertà, invece, ha chiesto che venga rescissa «ogni convenzione con le associazioni ‘Rumori sinistri’ e No bomber per non avere rispettato i termini previsti dal bando di concessione dei locali e, se necessario, far gestire il centro di aggregazione e integrazione e quello di ricovero dei senza tetto alle associazioni e cooperative del privato sociale. E’ inammissibile – scrive ancora Mauro – che in un luogo di proprietà comunale venga pianificato un raduno ‘gioioso’ contestualmente alla venuta di Salvini a Rimini al fine di surriscaldare gli animi e con il pericolo di mettere sotto assedio la città». Anche il consigliere comunale, Gioenzo Renzi, ha presentato un’interpellanza affinchè revocata la convenzione con Casa Madiba. Il Resto del Carlino
