Rimini. Chiusura estiva degli sportelli postali, l’intervento del sindaco Sadegholvaad e dell’assessore Bragagni

Nei prossimi giorni l’Amministrazione Comunale invierà una comunicazione a Poste Italiane per esprimere la propria contrarietà alla rimodulazione dell’orario di apertura al pubblico degli uffici del territorio riminese prospettata per la stagione estiva. Nello specifico, Poste con una lettera del 20 giugno scorso ha informato che “per garantire un equilibrio tra la flessione della domanda dei servizi postali nel periodo estivo e la relativa offerta” applicherà una rimodulazione giornaliera e oraria delle aperture, intervento che “rientra nel piano comunicato all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, conforme al decreto del Ministero del 28 giugno 2007 (DM Gentiloni)”. La rimodulazione si traduce in un taglio alle giornate di apertura che interessa sei uffici, a partire da quello di via Bissolati, che sarà chiuso per 15 giorni distribuiti tra luglio e agosto e quello di Santa Giustina, chiuso per undici giorni concentrati nel solo mese di agosto, seppur non consecutivi.

Ci sono poi le chiusure del ‘solo’ turno pomeridiano che coinvolgeranno gli uffici di via Marecchiese e via Euterpe (dal 6 al 29 agosto) e soprattutto quelli di via Gambalunga, in pieno centro storico, e di Miramare, con gli sportelli chiusi al pubblico il pomeriggio per 18 giorni consecutivi a luglio (dal 7 al 25) e per 25 giorni consecutivi ad agosto (dal 6 al 29). Va inoltre ricordato che l’ufficio postale di Viserbella (in via Cenci, zona lungomare) osserva ancora l’orario introdotto in periodo Covid, con tre giorni di apertura settimanale.

“Detto che è assolutamente comprensibile oltre che legittimo che Poste Italiane intervenga per l’estate sugli orari dei propri servizi in un’ottica di ottimizzazione, lasciano perplessi tanto il merito dell’intervento su Rimini, quanto il metodo- sottolinea l’assessore Francesco Bragagni– Per quanto riguarda l’aspetto principale, quello del merito, troviamo che certe scelte adottate non siano in linea con le reali esigenze di una città come Rimini che, ricordiamo, d’estate moltiplica in maniera esponenziale le sue presenze in virtù dell’afflusso turistico, mentre una buona parte della popolazione residente è impegnata con le attività lavorative stagionali. In particolare, la chiusura pomeridiana per 18 e 25 giorni consecutivamente degli sportelli di via Gambalunga e di Miramare, oltre ad essere a nostro parere eccessiva, pare essere in contrasto proprio con il decreto Gentiloni citato da Poste, che specifica come ‘nessuna riduzione giornaliera ed oraria di apertura al pubblico degli sportelli può essere applicata ai Comuni a prevalente vocazione turistica. Per tali Comuni è concordato con i Sindaci interessati un eventuale ampliamento dell’orario di apertura degli uffici postali, nel caso di un incremento pari almeno al 25% della popolazione effettivamente presente sul territorio durante il periodo estivo e in relazione alla domanda di traffico’. Quindi per i Comuni a vocazione turistica – di cui Rimini è capofila in Italia – non solo non sono contemplate riduzioni, al contrario si possono valutare ampliamenti alle aperture in accordo con le Amministrazioni interessate”.

“E qui si passa al secondo aspetto, quello del metodo – sottolinea il sindaco Jamil Sadegholvaad –  Così com’è stato per il piano di razionalizzazione operato da Poste, con la chiusura da parte dell’azienda degli uffici postali di Corpolò, Vergiano e San Lorenzo in Corregiano, anche in questo caso ci troviamo dinnanzi ad una decisione tutt’altro che condivisa, sulla quale non c’è stato alcun tipo di confronto o comunicazione preventivi. Ribadendo la legittima autonomia aziendale, torniamo a sottolineare come Poste abbia anche una responsabilità sociale, dovendo essere garante di un presidio di servizi a favore della comunità e del territorio”.

“Per questo – aggiunge in conclusione l’assessore Bragagni – auspichiamo sia rispetto alle modalità di comunicazione e informazione con le Istituzioni del territorio, oggi ancora troppo unilaterali, sia rispetto ai provvedimenti presi, a partire dalla chiusura degli uffici di Corpolò, visto e considerato che ci sono ancora i margini per la revoca”.

Comune di Rimini