Un piatto di spaghetti fumanti alle vongole «non si nega mai, neanche a mezzanotte». Nemmeno se il locale è il Caffè delle Rose, non uno qualunque. «Certo, non è più il Caffè delle Rose di una volta…». Ma Claudio Carlini non se l’è fatto ripetere due volte. Quando il curatore nominato dal Tribunale, Giancarlo Ferrucini, gli ha offerto di gestire il locale simbolo di Marina centro, sotto sequestro dal 20 aprile per l’accusa di evasione fiscale del precedente gestore, ha subito detto sì. Socio dell’Osteria del vizio, ex gestore di tanti altri locali (da Spazi all’Osteria della piazzetta per citarne alcuni), ha fatto i salti mortali per sistemare il locale, e da martedì il Caffè delle Rose ha riaperto.
E’ il locale che le mancava, ma che non era mai riuscito a conquistare.
«In realtà non si era mai presentata l’occasione di gestirlo. Però sono fiero del fatto che, dopo tanti anni, il Caffè delle Rose finalmente sia di nuovo condotto da un riminese».
Quanto tempo ha impiegato per fare i lavori e riaprirlo?
«Un mese, lavorando giorno e notte. E non è che ora che siamo aperti cambi molto per me. Ho già detto al mio bagnino di darmi un lettino, mi riposerò nel locale. Casa e bottega insomma».
Che Caffè delle Rose sarà sotto la sua gestione?
«Un luogo sempre aperto, dal mattino presto fino a tarda sera. Partiamo dalle colazioni e arriviamo fino all’aperitivo e alla cena. E se uno viene a mezzanotte per mangiare, troverà sempre un piatto di spaghetti. La cucina è la vera grande novità della mia gestione».
Mancava da parecchi anni.
«Da molto tempo non si faceva ristorazione qui, è vero. Ma io non potevo non portare la mia esperienza anche al Caffè delle Rose. Faremo pochi piatti, ma tutti curati nei dettagli, con prodotti a km zero come va di moda dire ora».
Molti la credevano in disgrazia, dopo che lei era arrivato a gestire anche sette locali contemporaneamente.
«Erano otto, prego, se contiamo anche quello che avevo in Spagna. Era il 2006, altri tempi. Ora mi è rimasta l’Osteria del vizio, di cui sono socio. Ma la vita è fatta così, alti e bassi. Io lo so, perché di bastonate ne ho prese parecchie».A sessant’anni chi gliel’ha fatto fare di prendere un locale come il Caffè delle Rose, senza nemmeno sapere per quanto tempo?
«A decidere la durata del mio contratto d’affitto sarà il Tribunale, in base a come evolverà la vicenda giudiziaria. Il Caffè delle Rose è un posto unico, e anche se non è più quello splendente di un tempo può ancora dare molto. Io ci credo in questa scommessa. Ho già assunto 12 persone, a breve ne prenderò ancora. E’ un po’ tornare alla mia adolescenza. Ho cominciato a fare questo mestiere 47 anni fa all’Embassy».
Altri tempi, un’altra Rimini.
«E’ cambiato tutto, non solo Rimini. Ma questo resta un gran bel posto, e io gli darò un mio tocco».
Il Resto del Carlino