Rimini. Claudio Pulzetti, accoltellatore del pronto soccorso è un barelliere dell’ospedale

accoltellamentoL’UOMO che l’altra sera ha scatenato il panico al pronto soccorso dell’Infermi, è tutt’altro che un estraneo. Claudio Pulzetti è stato per anni barelliere a Rimini, poi si è trasferito al Ceccarini di Riccione, dove lavora per una cooperativa di servizi per l’ospedale. Ieri mattina, assistito dai suoi difensori, Matteo Casali e Marco Ditroia, è comparso davanti al giudice con un atteggiamento, dicono, ancora tutt’altro che conciliante nei confronti della sua vittima. Questo, si scopre, è un ultras del Rimini condannato per l’agguato ai tifosi riccionesi in cui uno ci rimise un occhio, già dimesso con una prognosi di 30 giorni. Ma il terrore che Pulzetti ha scatenato al triage, medici, infermieri e pazienti non se lo dimenticheranno tanto facilmente.
AL GIUDICE, l’accoltellatore ha raccontato la sua versione dei fatti. Sostenendo che da oltre un mese l’altro lo menava per il naso per un debito di 500 euro. Più volte Pulzetti gli aveva chiesto la restituzione di quei soldi, e altrettante volte gli aveva dato appuntamenti a vuoto. Fino all’altro pomeriggio, quando finalmente erano riusciti a incontrarsi in un bar tra Miramare e Rivazzurra. Quando era arrivato però, aveva trovato il giovane in compagnia di due amici, e invece di 500 euro gliene aveva dati solo 100. «Tirati», per l’esattezza. A quel punto era montata la lite e, ha raccontato, quando l’altro gli aveva scaraventato addosso un tavolino lui aveva sfoderato il coltello. Se l’erano date di santa ragione, ma tutto sembrava essere finito lì senza troppi danni. In realtà il peggio doveva ancora arrivare. Perchè entrambi i ‘contendenti’ erano andati al pronto soccorso per farsi medicare le ecchimosi riportate nella ‘discussione’ al bar. Secondo la versione dell’arrestato, quando era arrivato all’Infermi aveva intravisto il ‘nemico’, il quale gli aveva fatto il gesto di tagliargli la gola. A quel punto non ci aveva visto più dalla rabbia ed era piombato su di lui con il coltello sfoderato, colpendolo a un braccio e spargendo il panico ra la gente. Ieri, i suoi avvocati hanno chiesto i termini a difesa e il giudice ha fissato il processo al 5 novembre, confinandolo nel frattempo agli arresti domiciliari.
PER commentare quello che è accaduto, il direttore generale, Marcello Tonini, si affida invece a un tweet. «Anche in casi eccezionali – dice – gli operatori dimostrano professionalità e sangue freddo. Grazie alle forze dell’ordine per il rapido intervento e grazie a tutti gli operatori del pronto soccorso per il duro lavoro che tutti i giorni svolgono anche in situazioni difficili».

Resto del Carlino