INDAGATO a sua insaputa. Quando gli è stato notificata la denuncia, presentata a Salerno, un operaio riminese di 35 anni, è caduto letteralmente dalle nuvole. L’accusa: sostituzione di persona su Facebook. In pratica avrebbe clonato un profilo reale di una ventiduenne campana con tanto di foto e dati. La ragazza salernitana, infatti, aveva saputo da amici che su Facebook era presente un altro profilo a suo nome, con tanto di foto e di post. La giovane così aveva voluto vederci chiaro ed aveva presentato denuncia contro ignoti. Al riminese gli agenti della Polizia postale erano risaliti, dopo mesi di ricerche, grazie al suo Id ed alla linea wifi utilizzata per dar vita al profilo Facebook taroccato. All’inizio l’operaio aveva pensato ad un errore, ma quella denuncia era reale e dettagliata. Così l’operaio si è subito affidato ad un legale, all’avvocato Cristiano Basile per potersi difendere. «Io non ho fatto nulla, non conosco neanche quella ragazza», ha subito detto al suo avvocato. Poi, a mente fredda, l’operaio è tornato indietro nel tempo, a quando viveva, a Rimini, con una donna lombarda di 39 anni, gelosissima e super tecnologica.
«Non può che essere stata lei a farmi questo», ha anche aggiunto all’avvocato, ripensando a tutti i tranelli che gli aveva teso on line pur di tenerlo sotto controllo. Sono così cominciate lunghissime indagini difensive per poter dimostrare davanti al giudice la totale estraneità del riminese. Nel voluminoso dossier figurano, infatti, centinaia e centinaia di connessioni effettuate dalla linea wi-fi intestata all’uomo, ma anche i turni di lavoro, con tanto di attestazione del suo titolare, che comprova la sua presenza in azienda mentre qualcuno, da casa, si connetteva ad internet.
Intanto però al riminese è stato notificato l’avviso di fine indagini, compiute dalla Procura di Salerno. L’operaio, tramite l’avvocato Basile, ha già chiesto di essere interrogato dal pubblico ministero che indaga sul suo caso ed al quale verrà consegnata l’imponente memoria difensiva.
Resto del Carlino