Rimini. Coltiva marijuana in casa: «Ho il permesso dei miei genitori»

marijanaDANNO il permesso al figlio di coltivare marijuana in casa e ora anche mamma e papà, due seri professionisti, sono finiti nel registro degli indagati, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio per quella serra artigianale che aveva portato in carcere il ragazzino. Nella sua ingenuità era stato proprio lui a raccontare ai carabinieri come avesse avuto il via libera dai genitori.
L’ARRESTO del giovane era avvenuto il 28 settembre scorso. A portare i carabinieri in quella palazzina del centro città, era stata una ‘soffiata’. Qualcuno aveva raccontato ai militari che sul terrazzo dell’appartamento al primo piano spuntavano piante che sembravano decisamente marijuana. Una conferma che gli investigatori avevano avuto una volta arrivati sul posto. Dal balcone spuntavano infatti diverse ‘punte’ che avevano tutta l’aria di essere proprio ‘fumo’. A quel punto i carabinieri si erano appostati fuori dallo stabile, in attesa che arrivasse qualcuno della famiglia. La prima era stata la mamma, la quale non aveva potuto fare altro che farli ‘accomodare’ in casa.
NON C’ERA stato nemmeno bisogno di guardarsi in giro. L’appartamento era letteralmente ‘arredato’ con le coltivazioni. La prima serra artigianale era stata piazzata in bella vista nel soggiorno, un parallelepipedo in legno, completo di impianto di illuminazione con all’interno le piante più piccole. Sul balcone, altri 9 vasi con ‘alberelli’ di un metro e 70, mentre nella camera da letto del ragazzo c’erano un centinaio di grammi, in parte essicati e pronti al consumo, in parte sparsi sulla scrivania ad asciugare, oltre a bilancino e sacchetti di plastica per confezionare le dosi. Altri 15 semi di marijuana erano invece custoditi in frigorifero, insieme ai generi alimentari della famiglia. La seconda serra, con relativa tenda, lampade alogenene e via così, era invece nel garage, dove il ragazzo l’aveva trasferita dopo che, ha raccontato lui, la mamma gli aveva detto che sul terrazzo non c’era più posto per poter stendere i panni.
IL ‘COLTIVATORE diretto’ era stato arrestato (poi condannato a un anno e mezzo con il beneficio della pena sospesa) e nelle spontanee dichiarazioni rese ai carabinieri, oltre a confermare che parte era per uso personale e parte la vendeva per coprire le spese, aveva raccontato candidamente anche che quando aveva deciso di mettersi in ‘affari’ aveva naturalmente chiesto il permesso ai genitori, i quali all’inizio avevano storto il naso, ma poi gli avevano dato l’ok. Risultato, letti gli atti, il pubblico ministero ha deciso di indagare anche mamma e papà, di 53 e 51 anni, per concorso in detenzione ai fini di spaccio.

Resto del Carlino