Il comizio di Matteo Salvini scatena i centri sociali e il cuore di Rimini vive un pomeriggio di paura, trasformando piazza Tre Martiri in un campo di battaglia. Lancio di bombe carta, famiglie che scappavano, due poliziotti feriti e due antagonisti arrestati con l’accusa di lesioni e resistenza.
Già dalla mattina la città era blindata da 130 tra polizia e carabinieri.
Il quartier generale dei centri sociali, già reduci dagli scontri con Forza Nuova, era sorvegliato e ogni varco alla piazza dove Salvini avrebbe dovuto parlare piantonato. Ma gli antagonisti, a cui si erano mescolati anche alcuni ultrà del Rimini Calcio, si sono mossi alla spicciolata e un gruppo di oltre una ventina di persone si è materializzato all’improvviso in una via laterale. Una decina di agenti sorvegliava il varco, ma sono stati aggrediti di sorpresa, una poliziotta è stata sbattuta per terra (è stata portata via in ambulanza) e un altro preso a morsi. Mentre alcuni cercavano di sfondare, altri lanciavano bombe carta per seminare il panico. Le forze dell’ordine in tenuta antisommossa hanno reagito subito, bloccato l’afflusso dei centri sociali alla piazza con una carica e cercando di fermare alcuni degli aggressori, mentre le persone scappavano spaventate e i negozianti si barricavano dentro. Per un momento si è temuto il peggio, ma le divise sono riuscite a spegnere la guerriglia e a disperdere i manifestanti violenti. Dopo una breve colluttazione, due ragazzi sono stati arrestati, mentre altri verranno denunciati. Ieri sera tardi, gli antagonisti stavano ancora piantonando la questura di Rimini a suon di grida e fumogeni, invocando la liberazione dei compagni. (…) Il Resto del Carlino
Mostra ai cronisti l’avambraccio ancora insanguinato dal morso di uno degli antagonisti che hanno tentato di sfondare il blocco della polizia sulla via Mentana. L’agente solleva gli indumenti che gli coprono il braccio: sono evidenti i segni lasciati dal morsicatore, che ha tentato in questo modo di divincolarsi dalla stretta intorno al collo da parte del rappresentante delle forze dell’ordine. Uno dei circa centotrenta tra carabinieri e poliziotti della questura impegnati nella difficile impresa di garantire l’ordine pubblico nel centro di Rimini, in occasione del comizio del leader leghista Matteo Salvini, a ‘benedizione’ e sostegno della candidatura a sindaco di Rimini dell’avvocato Marzio Pecci. «Sono entrati da via Mentana – racconta l’agente –, erano quasi una ventina. Due di loro hanno colpito la mia collega che cercava di fermarli insieme ad altri agenti, buttandola violentemente a terra. Poi hanno cercato di fuggire. Io ho difeso la collega, che in quel momento ho visto ferita e in difficoltà, il mio primo dovere, la mia priorità. Uno dei due aggressori che siamo riusciti a bloccare mi ha morso il braccio, ma non l’ho mollato». La ferita non sembra particolarmente profonda, ma comunque il morso ha fatto sanguinare il braccio sinistro dell’agente. «Un morso che è arrivato a segno nonostante ovviamente indossassi gli indumenti protettivi», conclude il poliziotto mentre in piazza il clima è ancora incandescente. Gruppi di antagonisti gridano e urlano slogan all’indirizzo di Salvini, che non ha ancora abbandonato il palco, dove a fine comizio firma autografi e scatta selfie con i suoi sostenitori. Alle 17,28 arriva l’ambulanza del 118 per le prime cure mediche alla poliziotta e all’agente.
m.gra.