Rimini. Commercialista Roberta Melucci accusata di peculato: «Ha intascato i soldi del fallimento»

tribunale riminiCommercialista accusata di peculato:
«Ha intascato i soldi del fallimento»

Perquisiti dai carabinieri lo studio e l’appartamento di Roberta Melucci

UN ALTRO curatore fallimentare nel mirino della Procura. Questa volta si tratta della commercialista Roberta Melucci, indagata per peculato. Secondo gli inquirenti si sarebbe intascata i soldi di un vecchio fallimento, circa 110mila euro destinati ai creditori. E’ stato ieri mattina, che i carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria della Procura, guidati dal luogotenente Luigi Prunella, sono andati a bussare alla porta dell’ufficio della Melucci, a due passi dall’Arco d’Augusto. Dopo averle consegnato l’avviso di garanzia, i militari hanno passato l’ufficio al setaccio, portandosi via un bel po’ di documentazione e anche i computer. Finito lì, hanno continuato la perquisizione nell’appartamento della professionista. La Melucci è stata anche la commercialista che ha esaminato e ricostruito i bilanci di Rdr, la società collegata ad Aeradria, fallita con un buco da 7,5 milioni di euro.
IL FALLIMENTO
 al centro dell’inchiesta è quello dell’immobiliare San Carlo che risale addirittura al 1997, ma che nonostante siano passati 17 anni, il curatore nominato dal Tribunale, Roberta Melucci, 50 anni, riminese, non ha ancora chiuso. Secondo la ricostruzione degli investigatori, più di un giudice avrebbe sollecitato in passato la commercialista che, dicono, ogni volta assicurava che era pronta a farlo. I magistrati però venivano trasferiti e il tempo passava. Fino a quando il fallimento della San Carlo è finito nelle mani dell’ultimo giudice, il quale non solo ha chiesto di nuovo al curatore la chiusura, ma ha deciso di segnalare alla Procura quella che giudicava un’anomalia. Quei 17 anni erano decisamente troppi, e hanno deciso di andare a vedere se dietro quel ritardo colossale ci fosse qualcosa di strano. I carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria, coordinati dal procuratore della Repubblica, Paolo Giovagnoli e dal sostituto Davide Ercolani, hanno quindi cominciato a passare al setaccio le carte e i conti relativi al fallimento, andando a ritroso nel tempo. Ed è così che avrebbero scoperto che dal conto in banca in cui erano stati versati i soldi relativi al crac della San Carlo, erano stati ‘prelevati’ in varie fasi circa 110mila euro. Soldi destinati ai creditori. Ma a quel conto, hanno concluso gli inquirenti poteva avere accesso soltanto la Melucci. Quando un curatore preleva i soldi dal libretto di un fallimento, serve un mandato del giudice, ma dagli accertamenti fatti dai carabinieri, la professionista li avrebbe presi direttamente: di mandati non ne è stata trovata traccia. Secondo loro, avrebbe prelevato ‘a piccole dosi’, fino a raggiungere la cifra di 110mila euro. L’inchiesta è tutt’altro che conclusa, perchè gli inquirenti hanno intenzione di esaminare anche gli altri fallimenti di cui la professionista si è occupata. La Melucci per ora sceglie il silenzio. «Dobbiamo ancora vedere le carte — dice il suo difensore, avvocato Giovanni Maio — ma sicuramente chiederemo che venga sentita nel giro di pochi giorni».