Rimini, Coop si schiera contro Tel Aviv. “Scaffali ideologici”?: Stop ai prodotti israeliani e spazio alla Gaza Cola

Un segnale netto, quanto commercialmente insidioso, quello lanciato da Coop Alleanza 3.0. In un momento in cui il conflitto nella Striscia di Gaza continua a mietere vittime e suscitare indignazione internazionale, la Cooperativa ha deciso di intervenire direttamente con scelte mirate nel proprio assortimento.

Con una comunicazione ufficiale, Coop Alleanza 3.0 ha ribadito il suo impegno nel sostenere un cessate il fuoco immediato e nel condannare con fermezza il blocco degli aiuti umanitari imposto dal governo israeliano. Non solo parole, ma anche fatti: la catena ha rimosso dagli scaffali alcuni articoli provenienti da Israele, come specifiche referenze di arachidi, salsa tahina e i prodotti a marchio Sodastream.

A motivare questa decisione, una linea etica già tracciata da tempo e recentemente rafforzata da un rapporto della Commissione Etica, presentato al Consiglio di Amministrazione. Questo documento ha dato ulteriore impulso all’iniziativa, culminata anche in un momento di confronto interno durante l’Assemblea generale della Cooperativa, tenutasi il 21 giugno, dove sono intervenuti soci e socie da tempo mobilitati sul tema palestinese.

Accanto alla rimozione dei prodotti israeliani, Coop Alleanza 3.0 ha introdotto una novità che è anche un’azione concreta di supporto: la Gaza Cola. Si tratta di una bevanda palestinese, interamente prodotta e distribuita da un’azienda locale, con un obiettivo solidale ben preciso: i proventi delle vendite contribuiranno alla ricostruzione di un ospedale nella Striscia di Gaza.

Disponibile da alcune settimane sia nei negozi fisici che su EasyCoop, la piattaforma di spesa online della Cooperativa, la Gaza Cola rappresenta l’adesione della Coop alla campagna nazionale “Coop For Refugees”. Una scelta che vuole coniugare solidarietà, responsabilità sociale e attenzione ai contesti internazionali.

In un panorama segnato da divisioni e violenze, Coop Alleanza 3.0 ha voluto esprimere una presa di posizione chiara. Non attraverso dichiarazioni retoriche, ma con decisioni aziendali concrete che parlano il linguaggio dell’impegno civile.