SONO FINITI nella grande inchiesta Aeradria accanto ai notabili della città. Ma i nomi di Fabio Rosolen e Santo Pansica ai più sono sconosciuti. Eppure proprio ai due, insieme a Massimo Masini, Massino Vannucci ed Alessandro Giorgetti è stata applicata la misura più severa, quella dell’obbligo di dimora. Ma il ruolo-chiave che i due hanno avuto nella vicenda che ha portato al crac di Aeradria ed a quello delle società ad essa collegate emerge dalle 150 pagine dell’ordinanza. Un ruolo da tecnici perchè, come precisa bene il gip «i due non hanno mai direttamente ingerito nelle scelte fatte dagli amministratori di Rdr con intromissione diretta nell’attività imprenditoriale». Il loro apporto era da tecnici: Santo Pansica è un commercialista mentre Fabio Rosolen era un dipendente amministrativo di Rdr. Gente che conosceva bene i segreti dei numeri e della contabilità. «E’ indubbio che Pansica e Rosolen abbiano apportato, con specifico profilo di qualificata consulenza tecnica e con attiva condotta commissiva, contributo nella veste di extranus, alle condotte di bancarotta documentale poste in atto dagli amministratori e di fatto dai consiglieri del cda, concorrendo con una complessiva e sistematica connotazione sulle scritture contabili di dati non corrispondenti al reale, avvallando l’alterazione della situazione riprodotta dai bilanci attraverso l’adozione di pratiche ragionieristiche gravemente irregolari così da consentire di avvantaggiare la società Aeradria per il cui esclusivo fine la stessa Rdr era stata costituita», scrive il gip. Rosolen e Pansica non potevano, dunque, non sapere. E sempre il gip, Fiorella Casadei, aggiunge: «Pansica e Rosolen, nei rispettivi interrogatori forniti il 14 aprile 2013 e 7 aprile 2014 hanno fornito informazioni puntuali fornendo altresì ammissione sulla loro partecipazione agli artifizi di bilancio in particolare alla formazione del falso atto di opzione e cessione del marchio Riminigo». Ma ancora più evidente, sempre stando all’ordinanza, «i due consapevolmente avevano deciso di aderire al progetto criminale degli altri coindagati». Rosolen e Pansica, insomma, stando a quanto emerge dagli atti «predisponevano, per occultare all’esterno l’ impatto dilapidario, schemi negoziali e artifici di bilancio gravemente manipolativi e talmente ben congeniati da riuscire ad occultare per anni il pesante dissesto». Per sua stessa conoscenza Pansica riferiva «che una serie di atti e fatture false era stata decisa di concerto e voluta dagli indagati Giorgetti, Vannucci e Masini», si legge nell’ordinanza. Insomma, sempre stando all’accusa costruita con due anni di indagini, il tutto sarebbe avvenuto sotto la direzione del management vero e proprio e con lo scopo di salvare la casamadre Aeradria. Il Resto del Carlino
