Del suo caso si erano occupati anche due clan mafiosi, dopo che aveva fatto pestare a sangue da due sicari il nuovo compagno della ex moglie. Non contento di essere stato condannato a due anni di carcere per stalking, ora ha messo di mezzo anche i due figlioletti. Minacciando di uccidere loro la madre, li ha costretti a mentire all’assistente sociale e a raccontare che mamma e patrigno li maltrattavano. L’obiettivo era quello di ottenerne la custodia esclusiva. Venuta alla luce la verità, la donna, rappresentata dall’avvocato Luca Greco e residente nel Riminese, si è ritrovata da indagata a vittima. L’ex marito è adesso accusato per maltrattamenti e calunnia, mentre l’assistente sociale che ha commesso l’«errore» è stata sollevata dall’incarico.
Qualche anno fa, l’imprenditore siciliano aveva promesso di seppellire la sua ex «in una colata di cemento». Dopo averla perseguitata fino allo sfinimento, se l’era presa con il rivale, un altro siciliano a differenza di lui senza legami con la criminalità organizzata. Dopo avergli incendiato il locale, aveva assoldato due sgherri per prenderlo a bastonate. Della vicenda si erano occupati addirittura due clan mafiosi di Palermo che, aveva raccontato un pentito, si erano confrontati sul da farsi, dopo avere ‘convocato’ anche l’imprenditore. Al quale avevano imposto alla fine di usare altri sistemi per risolvere le sue beghe familiari. Intanto però, la giustizia aveva fatto il suo corso e dopo le denunce per stalking della moglie, il siciliano era stato condannato a due anni dal Tribunale di Rimini.
Per un po’ di tempo è rimasto tranquillo, ma l’autunno scorso ne ha studiata un’altra. Dopo avere denunciato la moglie e il suo compagno per maltrattamenti nei confronti dei figli, ha fatto irruzione nella scuola dei due figli insieme a un assistente sociale e a uno psicologo. I tre hanno spiegato al preside che dovevano visitare i bambini per trovare i segni delle percosse subite in casa. Una ‘procedura’ a dir poco discutibile e messa in atto senza nemmeno chiamare la polizia, ma a cui il preside, preso alla sprovvista, non è riuscito a dire di no. Avevano quindi portato i due piccoli in un ufficio dove erano stati spogliati, ma sul corpo non era stato trovato nulla. I due bambini però, su sollecitazione del padre, avevano comunque confermato di essere picchiati da madre e patrigno. A quel punto l’assistente sociale aveva fatto partire la macchina infernale e la donna era finita sotto inchiesta con la peggiore delle accuse. Ma la ‘sceneggiata’ messa in atto dall’ex marito non è durata a lungo, perchè di lì a qualche settimana i due bambini hanno confessato tutto: era stato il padre a costringerli a dire quelle cose, se non l’avessero fatto, aveva minacciato, avrebbe buttato la loro madre sotto il treno e ammazzato anche il suo nuovo compagno. Il Resto del Carlino
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