Come previsto l’udienza preliminare di ieri per il crac Aeradria si è chiusa con un rinvio. Gli avvocati degli imputati hanno chiesto di aspettare che la Cassazione si pronunci sull’impugnazione contro il provvedimento del Tribunale del Riesame che aveva confermato i sequestri. I pubblici ministeri non hanno sollevato obiezioni e il gip ha disposto il rinvio al prossimo 9 novembre. La decisione della Suprema Corte arriverà il 25 ottobre e farà la differenza in un’inchiesta che vede alla sbarra gli ex amministratori della società che gestiva l’aeroporto Fellini, ma anche una schiera di politici. La sentenza della Cassazione avrà necessariamente una ricaduta sull’accusa di truffa, perchè nel caso venisse di nuovo rovesciata quella del Riesame, gli imputati non potrebbero venire rinviati a giudizio per quel reato. Resterebbero le accuse di falso in bilancio, bancarotta, abuso d’ufficio e l’associazione per delinquere.
Quest’ultima contestata alla cosiddetta ‘lista dei nove’, a cui sono stati sequestrati beni per un totale di 650mila euro, quantificati dagli inquirenti per il reato appunto di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Un sequestro che nel settembre del 2015 era stato annullato dalla stessa Cassazione. Nella successiva motivazione i giudici romani avevano concluso che il reato di truffa non era stato abbastanza motivato, e soprattutto che non si distingueva il truffato dal truffatore, dal momento che sempre di Provincia di trattava. Tutto era tornato quindi al Riesame che dopo l’integrazione di documenti da parte degli investigatori, aveva confermato i sequestri ai nove. Che sono il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, l’ex primo cittadino, Alberto Ravaioli, gli ex presidenti della Provincia, Stefano Vitali e Nando Fabbri, il presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni, Manlio Maggioli, ex presidente della Camera di Commercio, Massimo Masini, ex presidente di Aeradria, il vice Massimo Vannucci, e Alessandro Giorgetti, responsabile della collegata Air. il Resto del Carlino
