L’offerta lanciata da Credit Agricole per l’acquisizione della Carim attraverso la controllata Cariparma lascia le briciole alla Fondazione e ai soci. Secondo indiscrezioni il 95% delle azioni finirebbe nelle mani francese, anche se la quota potrebbe diminuire fino all’85%.
Uno scenario che provocherebbe l’ulteriore riduzione del titolo azionario. Per frenare le perdite, Credit Agricole utilizzerebbe il cosiddetto “warrant”, uno strumento tecnico che assicurerebbe la prelazione di acquisto sulle nuove azioni a prezzi contenuti e prefissati.
Salvatore Occhiuto