Rimini.Criminalità, resta l’emergenza

arresto 2CARO CARLINO, questa classifica dei reati che esce tutti gli anni sul Sole-24 Ore fa un torto a Rimini. A dar retta alla statistica del quotidiano economico noi saremmo una delle città più pericolose d’Italia. Tutti gli anni è sempre così e per una località turistica non si tratta di una bella pubblicità. Poi, a guardare tra le righe, si capisce che la classifica è bugiarda: i reati che vengono messi in relazione con il numero di abitanti della provincia non tengono conto dei turisti che arrivano in riviera. Invece ci troviamo al secondo posto per i borseggi e all’undicesimo per i furti in abitazione. Mi rifiuto di credere, però, che Rimini sia più assediata dalla criminalità rispetto alle grandi aree metropolitane o a province con forti infiltrazioni mafiose o camorristiche.
Mirko Lunedei
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GENTILE LETTORE, è evidente che le classifiche dei reati ci penalizzano da sempre per le presenze turistiche non conteggiate. Ma succede così da anni e il confronto con il passato, per la nostra provincia, diventa significativo. Non spaventiamoci, dunque, se siamo secondi nei borseggi: sappiamo che altre realtà vanno molto peggio di noi. Deve invece suonare un campanello d’allarme se questo tipo di reato aumenta a Rimini in un anno del 6,5%. E lo stesso vale per i furti in casa, in crescita del 10 per cento. Poi è vero che scippi e rapine sono in forte calo, ma il numero di reati complessivi resta sostanzialmente invariato (meno 0,4%).
In sintesi: non è credibile che questa sia una delle zone più insicure d’Italia. Ma la pressione criminale, vuoi per la presenza dei turisti, vuoi per la ricchezza del territorio, resta un’emergenza che ci obbliga a tenere la guardia sempre molto alta.

Resto del Carlino