Rimini. Dopo 20 anni sfratta la convivente. Lei è finita in mezzo alla strada mentre il figlio è rimasto col padre

mensa-caritasDOPO 20 ANNI di convivenza, semplicemente la ‘sfratta’. Insomma, secondo il giudice, vivere more uxorio non fa maturare il diritto alla casa, ed è per questo che la donna, una 54enne invalida, si è trovata in mezzo alla strada, dopo che l’ex compagno ha chiesto che venisse ‘sgomberata’.
LUI è un drigente pubblico, lei aveva un contratto a tempo determinato nel pubblico impiego e attualmente vive con il sussidio di disoccupazione. Ma non era così fino a qualche tempo fa, quando entrambi abitavano nell’appartamento, di proprietà dell’uomo, insieme al figlio che avevano avuto, già piuttosto grandicello anche se ancora minorenne. Vent’anni di convivenza, fino a quando, l’anno scorso, lui decide che ne ha abbastanza e se ne va di casa, chiudendo definitivamente la storia. Lei rimane nell’appartamento con il ragazzino, ma di lì a qualche mese le arriva una vera e propria tegola in testa. Quelle mura sono dell’ex convivente e lui vuole che se ne vada e lasci libera la casa. Dal momento che la loro storia è finita, lui non vede il motivo perchè lei rimanga ancora lì dentro: vuole tornare in possesso dell’appartamento. Così si rivolge al Tribunale e presenta un ricorso per ‘occupazione senza titolo’, considerando la donna una sorta di ‘abusiva’.
LA DONNA, rappresentata dall’avvocato Maria Luisa Trippitelli, cerca di ‘resistere’, anche perchè oltre ad essere invalida civile è anche affetta da una grave malattia. Ma alla fine è lei a perdere: il giudice accoglie il ricorso dell’ex (già sposato e mai divorziato), disponendo che lasci la casa per restiturla al proprietario. In sostanza, con la fine della convivenza non ha più alcun diritto a stare lì dentro. Alla fine di aprile viene quindi disposto l’allonamento della donna, e va da sè che il ragazzo resta con il padre, l’unico che può permettersi una casa. Ad ‘accompagnarla’ fuori, sono l’ufficiale giudiziario e la polizia. Lei naturalmente ha impugnato lo ‘sfratto’ e al prossimo 7 novembre è stata fissata l’udienza davanti al giudice delle esecuzioni di Rimini. Nel frattempo, essendosi trovata fuori di casa solo con i vestiti che aveva addosso, è stata costretta a rivolgersi alla Caritas che le ha anticipato le 300 euro d’affitto per una camera, presso l’abitazione di un’anziana signora. «Nessuno ha dato una mano alla mia cliente — dice l’avvocato Trippitelli — è una vicenda che ha del surreale e che evidenzia come nella convivenza non vi siano tutele sufficienti per la parte più debole».

Il Resto del Carlino