Dopo tre decenni di violenze e soprusi, la giustizia ha messo fine a un incubo domestico. Un uomo di 54 anni, residente a Rimini, è stato allontanato dalla casa di famiglia e gli è stato imposto il divieto di avvicinarsi a meno di un chilometro dal padre, un anziano vedovo con cui conviveva.
Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal pubblico ministero Davide Ercolani, le violenze sarebbero iniziate nel 1995 e proseguite fino ai giorni nostri con una preoccupante regolarità. Settimana dopo settimana, l’anziano sarebbe stato sottoposto a insulti, minacce e aggressioni fisiche, che includevano spinte, pugni e calci. Ma la brutalità non si limitava ai soli attacchi fisici: il figlio gli imponeva un regime di terrore, vietandogli di parlare, di uscire di casa, di guardare la televisione o persino di giocare a ramino. Le vessazioni comprendevano anche continue richieste di denaro, accompagnate da accuse di insensibilità e persino da minacce di morte qualora l’anziano tentasse di ribellarsi.
Oltre alle aggressioni personali, l’uomo sfogava la propria rabbia distruggendo oggetti in casa, inclusi telefoni e suppellettili. La situazione è stata infine portata alla luce grazie all’intervento delle forze dell’ordine, che hanno raccolto testimonianze e prove a sostegno dell’accusa.
Di fronte a un quadro così allarmante, la magistratura ha disposto l’immediato allontanamento del figlio violento, segnando un primo passo verso la fine di un incubo che durava da troppo tempo.