QUELLA appena trascorsa sarà forse ricordata come l’estate ‘nera’ delle discoteche riminesi. La stagione si è aperta con la chiusura per 30 giorni del Coconuts, il celebre locale del porto di Rimini, finito al centro di una vasta indagine antidroga. A luglio è stata invece la volta del Cocoricò di Riccione, balzato all’onore delle cronache per la morte di Lamberto Lucaccioni, il 16enne stroncato da una dose letale di ecstasy. Un caso diventato di interesse nazionale e per il quale si sono mobilitati politici e grandi vip. Sulla piramide musicale più famosa d’Italia si è abbattutto il pugno pesante del Questore di Rimini, che ha imposto lo stop alla musica per quattro mesi (il ricorso per ottenere la sospensiva del provvedimento è ancora al vaglio del Tar). Stessa sorte toccata al Beky Bay di Bellaria, teatro, a fine agosto, di un’aggressione ai danni di un ragazzo di 20 anni, accoltellato da un coetaneo albanese dopo un violento litigio: dopo questo episodio, il Comune ha deciso di sospendere la licenza serale del locale fino alla fine della stagione. Mentre i gestori del Rockisland, da anni punto di riferimento della movida al porto di Rimini, si sono visti «costretti» a rinunciare ai concerti e alle serate con dj dopo una lunga serie di controlli.
In questi sgoccioli di stagione è calato il sipario anche sul Malindi e il Bikini di Cattolica (dove proprio sabato scorso un giovane albanese è stato sequestrato da tre napoletani): i carabinieri si sono rivolti al Questore per chiedere la serrata del locale, ma i gestori hanno giocato d’anticipo decidendo di chiudere fino al termine della stagione.
Fonte: RESTO DEL CARLINO