«Il 13 luglio è fallito De Meis, oggi col Rimini in Eccellenza sono falliti Gnassi e Brasini». Il nuovo Rimini riparte tra le polemiche. Ma questo c’era da aspettarselo visto il clima degli ultimi giorni. Così ieri in Comune il sindaco Andrea Gnassi e l’assessore Gian Luca Brasini hanno ‘convocato’ i tifosi per motivare la scelta ricaduta su una cordata piuttosto che su un’altra. Non tutti, però, hanno deciso di rispondere alla convocazione a Palazzo Garampi. Chiedevano di essere coinvolti e non lo sono stati, così i tifosi della curva hanno disertato l’incontro. «Non volevamo essere coinvolti a decisione avvenuta come è successo – scrivono sul loro profilo Facebook – Per questo abbiamo disertato il teatrino che per i tifosi ha previsto lo spazio riservato a dei figuranti senza voce. Alla fine il delitto è compiuto. Il Rimini è umiliato in Eccellenza pur con le porte della D spalancate. Per mesi, e anche all’incontro avuto in Comune, ci è stato detto che il problema era De Meis, o i debiti del Rimini, e che senza questi ci sarebbero state tutte le soluzioni. Brasini ci disse che ‘aveva già’ chi sarebbe stato interessato a subentrare in una situazione senza debiti e senza De Meis». Poi a conti fatti. «Ci ritroviamo in Eccellenza e col sindaco che fa ancora patetici appelli all’imprenditoria locale, dopo aver fatto una call col risultato che il Rimini se lo sono giocato due cordate: una di fuori, che ‘garantiva’ la D, con tal Ripoli ben noto a Rimini, e una ‘locale’ che fa solo l’Eccellenza, guidata da un imprenditore che nel calcio non è stato capace di vincere neanche la Promozione». A quell’incontro, non quelli della curva, ma una decina di tifosi si sono presentati e hanno ascoltato le motivazioni di una scelta che, c’è da giurarsi, farà discutere ancora per parecchio tempo. Almeno fino a quando Grassi e i suoi non si presenteranno alla piazza e non saranno comunque i risultati ‘sul campo’ a parlare per tutti.
do.fi.
