C’È UNA frase che gli
habituè del mondo della notte ripetono in continuazione: «Se andiamo avanti così, va a finire che ci tocca andare a ballare il liscio con i nostri nonni». Un’affermazione che può far sorridere, ma che la dice lunga sulla crisi abbattutasi negli ultimi mesi sulle discoteche della riviera riminese. Già, perché tra multe, chiusure, divieti, arresti e blitz delle forze dell’ordine, un vero e proprio ciclone sembra aver travolto l’ex capitale del divertimento notturno, lasciando orfani i ragazzi e le ragazze della movida.
L’ULTIMA MAZZATA è quella piombata proprio in questi giorni sul Classic Club, il circolo delle colline di Rimini paradiso degli after hours, finito nel mirino della Guardia di Finanza per un’evasione fiscale che sfiora i 400mila euro. Secondo le Fiamme Gialle, il locale, che sulla carta si presentava come un’associazione culturale dedicata al mondo gay, negli anni compresi tra il 2009 e il 2012 avrebbe esercitato un’attività commerciale vera e propria, beneficiando di tutti i vantaggi fiscali del caso. In sintesi: guadagnava migliaia di euro, senza però versare tasse in misura adeguata. I tre gestori del Classic (presidente, vice presidente e segretario dell’omonima associazione) sono stati iscritti nel registro degli indagati: sui loro conti correnti, la Guardia di Finanza ha eseguito sequestri per oltre 396mila euro.
MA IL CLASSIC è solo l’ultimo dei locali catapultati nell’occhio del ciclone nel corso di quest’estate ‘nera’.
A giugno il Coconuts, discoteca simbolo del porto di Rimini, viene risucchiato nell’inchiesta ‘Titano’, una vasta operazione antidroga che porta allo smantellamento di un imponente traffico di cocaina. La notizia giunge come un fulmine a ciel sereno: il questore di Rimini, Maurizio Improta, esamina il fascicolo deposto sulla sua scrivania dalla Polizia di Stato, e decide di chiudere il locale per un mese.
Non passa nemmeno un mese, ed ecco che il Cocoricò di Riccione diventa teatro dell’episodio più tragico di quest’estate. Nella notte tra il 18 e il 19 luglio il 16enne Lamberto Luccacioni muore stroncato da una dose letale di Mdma. Sulla piramide più famosa d’Italia si scatena una bufera e qualche settimana dopo arriva anche la ‘stangata’: stop alla musica per quattro mesi, come deciso dal questore Improta. La società che gestisce il ‘Cocco’ fa ricorso, ma il Tar risponde picche. Arriviamo ad agosto, e questa volta è il Beky Bay di Bellaria a balzare agli onori delle cronache. Tutto ruota attorno all’aggressione ai danni di un ragazzo di 20 anni, accoltellato da un coetaneo dopo un violentissimo litigio: il Comune, proprietario del locale, fa scendere il buio sulla pista da ballo, sospendendo la licenza ai gestori fino alla fine della stagione. Ultimo atto: il sequestro di persona che all’inizio di settembre si consuma nel parcheggio del Bikini di Cattolica. I carabinieri non ci pensano due volte, e si rivolgono al questore per chiedere la serrata della disco: i gestori, però, giocano d’anticipo, decidendo di porre fine alla stagione prima del previsto.
RESTO DEL CARLINO