L’ex presidente di Rompi il silenzio e una collaboratrice non socia dell’associazione a tutela delle donne vittima di violenza rischiano di essere chiamate a rispondere in giudizio per truffa aggravata e indebita percezione di erogazioni pubbliche. È stata infatti accolta l’opposizione all’archiviazione. Così il giudice per le indagini preliminari ha ordinato al pm di riformulare il capo di accusa per le due donne e disponendo l’imputazione coatta.
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