«Io sono ricco… non ci metto niente a pagare due negri 20mila euro per farla ammazzare. Tanto non sono scemo e in galera ci vanno loro». Così il 30enne riminese ha ‘risposto’ alle manette che gli stavano infilando gli agenti delle Volanti, dopo la violenta irruzione fatta nell’appartamento della ex fidanzata che da mesi vive nel terrore. Il giovane, figlio di un noto dentista, è ora accusato di una sfilza di reati: stalking, minacce aggravate, violazione di domicilio, danneggiamento, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.
Lei, a sua volta figlia di uno stimato avvocato riminese, è ormai stremata dalla paura. Fino ad oggi non l’aveva denunciato, i genitori si conoscono tra loro e volevano evitare il peggio. Ma dopo l’altra notte non è più stato possibile. Sono circa le quattro, la ragazza è in casa insieme all’attuale compagno e a una coppia di amici. Stanno chiacchierando, quando sentono dei rumori provenire dalla portafinestra che dà sul terrazzo della cucina. Subito dopo vedono una persona forzarla, e lei si rende conto con orrore che è il suo ex fidanzato. E’ salito attraverso le grondaie per penetrare in casa, non è la prima volta che lo fa. Conoscendo la sua violenza, chiudono subito la porta della cucina, mettendoci contro il tavolo del salotto.
Quando il giovane si rende conto che l’hanno chiuso dentro, dà in escandescenza. Dal salotto sentono un fracasso terribile, è lui che sta spaccando tutto e lanciando gli oggetti dalla finestra. In preda alla rabbia grida «vi ammazzo tutti, te i tuoi genitori e i vostri figli» coprendo la sua ex degli insulti peggiori. Poi arrivano altri colpi, è lui che sta cercando di abbattere la porta e a quel punto, per la paura che accada qualcosa di peggio, decidono di chiamare la Polizia. Ma nemmeno l’arrivo degli agenti sembra calmare lo scatenato. I poliziotti entrano in cucina e la trovano quasi devastata, lui è ancora fuori di sè e sembra non avere nessuna intenzione di ‘arrendersi’. Continua ad agitarsi e a gridare minacce nei confronti della ragazza e dei poliziotti, mentre sul posto arriva anche il padre della giovane. Gli infilano le manette a fatica e lo portano in cella. A quel punto la vittima decide di raccontare l’incubo in cui vive da mesi, le aggressioni fisiche, le irruzioni in casa, i pedinamenti e le minacce continue.
Ieri mattina, il riminese è comparso davanti al giudice per essere processato per direttissima. A orecchie basse ha chiesto scusa, sostenendo che aveva perso la testa. I suoi difensori, Danilo Sgamma e Torquato Tristani, hanno chiesto i termini a difesa, mentre il pubblico ministero la detenzione in carcere. Il giudice alla fine ha deciso di rimettere il 30enne in libertà, con il divieto di avvicinarsi alla ragazza. Il processo è stato fissato al 22 settembre. Il Resto del Carlino
