“Nel 2024 il peso dell’export commerciale per la Provincia di Rimini riferito al prodotto interno lordo è stato pari al 26,4%, circa 2,92 miliardi di euro, in crescita del 12,6% rispetto al 2019, alla fase cioè pre-pandemica. Il 54,7% viaggia verso destinazioni extra Ue, di cui quasi il 13% (12,8%) fa riferimento al mercato statunitense, un’incidenza maggiore a quella delle altre province romagnole (Ravenna 8,6%, Forlì-Cesena 6,6%) e in linea con quella di Bologna (13,1%).
Una fotografia, scattata da Prometeia nell’approfondimento pubblicato oggi su Il Sole 24 ore, che dà conto del valore dei rapporti commerciali oltre oceano per il nostro territorio e soprattutto dei potenziali rischi che deriverebbero dall’applicazione dei dazi doganali annunciati dal presidente Usa Donald Trump nei confronti dell’Unione europea, con un impatto non di poco conto sull’economia del Paese. Anche l’Istat pochi giorni fa ha evidenziato come la posta in gioco sia alta, con gli Stati Uniti che nello scorso anno hanno assorbito circa il 10% delle vendite extra Ue, segnalando però come sia già in atto una contrazione nei rapporti commerciali con il mercato a stelle e strisce.
Inutile dire che l’incombere di queste nuove nubi in un quadro di generale rallentamento e di perdurante incertezza dell’economia globale non lascia dormire sonni tranquilli, soprattutto in considerazione del fatto che tra i principali settori che trainano le esportazioni verso gli Usa ci sono ambiti che rappresentano filiere radicate nel nostro territorio e più in generale in Regione quali la meccanica, l’agroalimentare con l’olio e il vino delle nostre colline della Valmarecchia e della Valconca, il grande polo del tessile in particolare tra San Giovanni in Marignano e Cattolica. Stiamo parlando di settori che grazie ad una produzione di eccellenza, know how e tecnologia hanno saputo conquistare negli anni importanti fette di mercati internazionali e che oggi rischiano di pagare lo scotto di queste estreme politiche protezionistiche statunitensi.
E’ evidente che nuove barriere commerciali verso l’estero, quando ancora dobbiamo fare i conti con gli effetti della guerra in Ucraina in particolare sul costo delle materie prime e dell’energia, rischierebbe di rendere vani tutti gli sforzi fatti per ricostruire e rilanciare l’economia dell’Europa, del Paese, dell’Emilia Romagna dopo lo choc globale della pandemia, con effetti a catena sull’inflazione già pesantissima, sulla competitività e sull’occupazione. E’ urgente dunque che il Governo, in relazione con i partner europei, si strutturi con strategie per arginare le eventuali conseguenze di quella che potrebbe profilarsi come una guerra commerciale a tutti gli effetti e che soprattutto metta in campo politiche di sostegno concreto alle piccole e grandi imprese che reggono l’economia del Paese”.
Comune di Rimini