LA GUARDIA DI FINANZA IN COLLABORAZIONE CON LA QUESTURA SEQUESTRA 7 AZIENDE OPERANTI NEL SETTORE TURISTICO-ALBERGHIERO E ALTRI BENI IMMOBILI PER UN VALORE DI OLTRE 2,5 MILIONI DI EURO.
Prosegue con successo l’attività investigativa del Comando Provinciale della Guardia di Finanza nell’ambito del Progetto “EmmePi”, finalizzato all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dalla criminalità organizzata, attraverso mirate indagini economico-patrimoniali.
Quest’ultima operazione, svolta in stretta collaborazione con la Questura di Rimini, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Rimini, ha consentito, per la prima volta in riviera, di dare applicazione al sequestro anticipato previsto dal nuovo “codice antimafia” finalizzato alla confisca dei beni di cui il soggetto socialmente pericoloso abbia la disponibilità in valore sproporzionato rispetto al reddito prodotto e/o all’attività economica svolta.
I finanzieri della Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Tributaria di Rimini e i poliziotti della Divisione Polizia Anticrimine – Ufficio Criminalità della Questura di Rimini, attraverso una congiunta attività di intelligence risalente nel tempo e di analisi operativa nel settore delle iniziative turistico-commerciali sulla costa romagnola, hanno individuato una serie di soggetti a rischio di infiltrazione criminale nel tessuto economico riminese.
In particolare, è stata approfondita la posizione personale e economico – patrimoniale di LANNA Ciro, LANNA Francesco e LANNA Giovanni Battista, pregiudicati per aver commesso delitti in materia di stupefacenti ed altri reati, evidenziando discrepanze tra reddito dichiarato e patrimonio immobiliare posseduto direttamente ed attraverso intestatari fittizi.
L’attività investigativa permetteva di accertare che i tre soggetti erano in costante contatto con gli zii materni, tutti indiziati di appartenere ad un’associazione a delinquere di stampo camorrista localmente denominata “Clan Abate” di San Giorgio a Cremano.
Oltre ai collegamenti stretti con la criminalità campana, i capillari accertamenti finanziari e patrimoniali consentivano di accertare che i pregiudicati erano titolari di beni mobili ed immobili in valore sproporzionato al reddito proprio e dei loro familiari conviventi quale dichiarato ai fini delle imposte sul reddito; infatti, unitamente ai componenti della numerosa famiglia avevano percepito redditi esigui, all’evidenza insufficienti a far fronte ai bisogni primari quotidiani. Inoltre, LANNA Ciro, LANNA Francesco e LANNA Giovanni Battista, nel periodo in cui sono state compiute le operazioni economiche di acquisto dei cespiti non percepivano e dichiaravano redditi sufficienti a giustificare gli incrementi patrimoniali, pertanto i denari utilizzati per l’acquisto non potevano provenire da fonti lecite.
Tali circostanze, unitamente ad altri gravi indizi raccolti dalle unità investigative, hanno consentito di sostenere, così come previsto dal Codice antimafia, che le condizioni economiche dei proposti e quelle dei loro familiari erano del tutto inadeguate per giustificare l’acquisto di un hotel ubicato in Rimini, di nr. 5 aziende operanti nel settore turistico alberghiero costituite per gestire altrettanti hotel ubicati in Rimini e Riccione, di un’azienda operante nel settore alimentare e di un immobile ubicato in Monte Colombo (RN).
Il Procuratore della Repubblica di Rimini, dr. Paolo Giovagnoli ed il Sostituto Procuratore dr. Luca Bertuzzi, condividendo in pieno le conclusioni della G. di F. e della Questura di Rimini, richiedeva l’emissione del sequestro anticipato finalizzato alla confisca, successivamente disposto dal Tribunale di Rimini, Sezione Penale, che ha emesso la misura ablativa in via d’urgenza disponendo il sequestro di un hotel ubicato in Rimini, di una dipendenza del predetto hotel sempre ubicata in Rimini, di un immobile ubicato in Monte Colombo (RN), di un’azienda operante nel settore alimentare ubicata in Riccione e di nr. 5 aziende operanti nel settore turistico alberghiero costituite per gestire altrettanti hotels ubicati in Rimini e Riccione.
I beni sono attualmente gestiti da un custode ed amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.
Il particolare risultato di servizio conferma l’efficacia della metodologia operativa posta a base del Progetto “EmmePi” che da tempo è stato anche portato all’attenzione e validato dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto da S.E. il Prefetto di Rimini dr. Claudio Palomba, nell’ambito delle iniziative istituzionali intraprese collegialmente (dall’Autorità giudiziaria, dalle Forze di Polizia e dagli Enti locali), per contrastare e prevenire l’infiltrazione dei capitali sporchi della criminalità organizzata nel circuito dell’economia legale riminese.