Truffa ai danni dello Stato. E’ il reato per cui si ritrova indagato il noto gioielliere riccionese Carlo Bartorelli, insieme ad alcuni cittadini russi. Un’inchiesta che ruota intorno nalla vendita di beni di lusso in regime di esenzione Iva, comunemente chiamata tax free. Il sospetto degli inquirenti e che i costosi oggetti preziosi acquistati dai clienti in questione non siano mai realmente ‘decollati’ dall’aeroporto Fellini, oppure che chi ha acquistato il bene non fosse il destinatario finale della merce. Il pubblico ministero ha già inviato l’avviso conclusioni indagini, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio. Bartorelli ha già spiegato che non si occupa in genere direttamente degli acquisti, lavoro che svolgono i dipendenti, e strumenti per verificare non ce ne sono. L’avvocato difensore, Maurizio Ghinelli, ha confermato anche ieri di avere già depositato una memoria in cui viene chiarita e documentata ogni cosa.
Le indagini erano state condotte direttamente dall’Ufficio delle Dogane di Rimini. E’ ormai da tempo che i funzionari stanno mappando i percorsi dalla vendita fino ai destinatari per evitare strani giri. L’esenzione dall’Iva prevede infatti che l’acquirente sia un cittadino extracomunitario che si trova nel nostro Paese per ragioni di turismo e che faccia uscire il bene personale che ha comprato. Una certificazione che viene fatta con un timbro sulla fattura al momento della partenza.
Ed è stato appunto incrociando i dati tra gli acquisti fatti in esenzione di Iva e alcuni clienti che sostenevano di rientrare in Russia che gli investigatori delle Dogane hanno riscontrato alcune anomalie. E cioè che alcuni di questi non partivano affatto. Gli inquirenti hanno deciso quindi di approfondire, scoprendo che alcuni dei timbri messi sulle fatture erano stati falsificati, mentre in altri casi ne era stato usato uno che non era nemmeno più in dotazione. Attraverso le fatture, gli investigatori sono risaliti naturalmente al commerciante, scoprendo che si trattava di uno dei più importanti gioiellieri della provincia. Secondo la legge, il commerciante sarebbe tenuto a chiedere il passaporto al cliente, ma gli inquirenti sostengono che non tutte le persone che si sono presentate ad acquistare orologi, anelli e collane erano quelle riportate sul documento. Magari queste vivono in Russia e qualcuno ha comprato per loro, e in questo caso non potrebbe scattare l’esenzione dall’Iva.
