Domani potrebbero ritrovarsi uno di fronte all’altra, in Tribunale. Sarebbe la prima volta, dopo la notte del 10 gennaio scorso. Da una parte Gessica Notaro, la giovane riminese rimasta sfigurata dall’acido nell’agguato sotto casa. Dall’altra il suo ex fidanzato Edson Tavares, in carcere da allora, il principale (e unico, per il momento) accusato dell’aggressione contro Gessica. Domani mattina infatti si terrà l’udienza preliminare in cui il giudice dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio Eddy per minacce, stalking e maltrattamento di animali. E Tavares, in carcere a Forlì da metà gennaio, potrebbe decisdere a sorpresa di presentarsi in Tribunale a Rimini. Fino a ieri infatti il capoverdiano non aveva ancora rinunciato a comparire in aula. «Vedremo, tocca a lui decidere», spiegano gli avvocati di Tavares, Andrea Tura e Riccardo Luzi.
Se la sua presenza è ancora incerta, quella di Gessica invece al momento viene data per sicura. Gli avvocati della ragazza, Fiorenzo e Alberto Alessi, le hanno consigliato di non mancare a una sola udienza contro Tavares, almeno in queste prime fasi. E la settimana scorsa insieme a Gessica avevano già pianificato il trasporto in ambulanza dall’ospedale al Tribunale, se la ragazza fosse stata ancora ricoverata. Il problema non esiste più, visto che da venerdì scorso Gessica è di nuovo a Rimini a casa di un familiare. Giovedì i medici hanno deciso di dimetterla dall’ospedale ‘Bufalini’ di Cesena, e il giorno dopo la famiglia ha organizzato in gran segreto il suo rientro a Rimini, per tenerla lontana dall’assalto di stampa e curiosi. La ragazza ha ribadito agli avvocati di voler essere presente domani mattina in Tribunale. L’udienza sarà a porte chiuse, e Gessica cercherà di dribblare i giornalisti entrando da un ingresso secondario. La ragazza si presenterà in aula con una maschera sul volto. Una misura necessaria per proteggere i bendaggi che ancora porta sulla pelle e sull’occhio sinistro, dopo le ferite provocate dall’acido e i tre interventi chirurgici già subiti durante il suo ricovero al ‘Bufalini’. Il Resto del Carlino
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