Rimini. Già al lavoro il gigante che terrà pulito il mare. A Santa Giustina il depuratore più grande d’Europa

depuratoreVIAGGIO nella pancia del mostro’ che salverà Rimini e la riviera. Per farla restare capitale del turismo anche in futuro. Il nuovo depuratore di Santa Giustina, gigante da 28 milioni di euro (43 con la dorsale nord’), il più grande d’Europa, è quasi pronto. Lo visitiamo in anteprima, a meno di due mesi dall’inaugurazione ufficiale e dall’entrata in servizio a pieno regime. Ma il gigantesco mostro ultra tecnologico – che si affiancherà al cugino’ tradizionale, già scalpita. La prima delle tre sezioni che formano il cuore del nuovo sistema è stata accesa’ il 18 novembre. Poi via libera dall’Arpa, l’Agenzia per l’ambiente, dopo i controlli sulle acque depurate. Avviata quindi la seconda delle tre vasche Mbr’ (Membrane bioreactor). Si tratta di enormi filtri naturali appunto a membrane, formati da cannucce’ lunghe due metri che fermano batteri e virus, trasformando alla fine di ogni ciclo di trattamento le acque reflue in acque pulite, incanalandole nel Marecchia, all’altezza dello stadio del baseball. Quando arriverà l’ok per la seconda vasca, sarà attivata anche la terza, mettendo in piena funzione l’intero depuratore. Che già oggi filtra un milione e 270mila litri al giorno (non male per un impianto in rodaggio’). La stessa quantità del vecchio impianto a tecnologia tradizionale, che resterà in funzione. «A regime spiega l’ingegner Massimo Vienna, direttore Lavori Hera smaltirà reflui per 340mila abitanti equivalenti’, uno dei più grandi del mondo». Il vecchio impianto, che ovviamente resta attivo, è da 220mila, per un totale di 560mila abitanti equivalenti. «Una forza d’urto spiega Pier Paolo Martini, resonsabile procedimenti Hera imponente, capace di rispondere alle esigenze del territorio». «Basti pensare aggiunge Mauro Di Domenico, responsabile gestione impianti che qui si depura in un’ora quello che l’impianto di Bellaria (che sarà dismesso a breve, come il Marecchiese’, ndr) depura in un giorno». La cosa più sorprendende del tour’ è la totale assenza di odori e olezzi di sorta: aria pulita. Come l’acqua. Un’idea del processo di depurazione la danno due bottigliette. In una i responsabili di Hera mostrano i liquami come si presentano in entrata’: qui il colore dà decisamente sul terra di Siena bruciata, insomma sul marrone – melma. Nell’altra i liquidi che hanno compiuto l’intero ciclo di biodepurazione: l’acqua è assolutamente trasparente. La camminata parte dalla sezione d’ingresso delle acque reflue. Qui viene avviato il «trattamento primario», con dissabbiatura e sedimentazione iniziale. Poi la sezione di calma’, dove l’acqua procede verso il comparto biologico’, per la depurazione vera e propria. «Sono gli stessi batteri presenti chiarisce l’ingegner Vienna che degradano e ripuliscono’ i composti organici. I fanghi vanno sul fondo, resta l’acqua chiara. Che dopo una ulteriore filtrazione, fatta anche con trattamento di ossigeno, finisce nel Marecchia». NIENTE mezze misure al nuovo impianto, che entro 5 anni depurerà tutti i reflui della provincia, compresa San Marino come cliente: maxi-filtri, compressori che sembrano cannoni, pompe e vasche gigantesche, una sorta di labirinto pieno d’acqua chiara nell’ultimo tratto – tipo terme di Saturnia – e infine la centrale di telecontrollo, che via computer calibra in automatico il lavoro di filtro. Il Resto del Carlino