Gli avvocati di Louis Dassilva, Riario Fabbri e Andrea Guidi, stanno preparando un nuovo ricorso al Tribunale del Riesame di Bologna dopo che il gip Vinicio Cantarini ha respinto la richiesta di scarcerazione per il senegalese. Questo ricorso, da presentare entro dieci giorni, mira a contrastare un’ordinanza che, secondo il giudice, fornisce una serie di indizi compatibili con la colpevolezza di Dassilva.
Gli indizi citati dall’ordinanza
Il gip sottolinea diversi episodi che, a suo avviso, rafforzano l’accusa. Tra questi, una discrepanza osservata nella zoppia di Dassilva: la sera del 3 ottobre 2023, le telecamere della farmacia San Martino lo riprendono camminare quasi normalmente, mentre nei giorni successivi, in presenza di giornalisti e telecamere, appare claudicante al punto da aver bisogno di essere sorretto. Questo comportamento, secondo il giudice, potrebbe indicare un tentativo di simulazione.
Altri elementi ritenuti significativi includono una reazione rabbiosa e insolita catturata dalle telecamere nella questura di Rimini, definita dal gip come uno “sfogo poco comprensibile per un uomo che non ha nulla da temere”. Viene inoltre menzionato il lavaggio in lavatrice di un paio di scarpe Timberland, che il giudice ritiene fossero state indossate durante la notte dell’omicidio. Sebbene queste scarpe, analizzate in seguito, non abbiano rivelato tracce di sangue, il fatto che siano state lavate a insaputa della convivente Valeria circa una settimana dopo il delitto è considerato sospetto.
Infine, il gip fa riferimento a un’intercettazione ambientale registrata nella sala colloqui del carcere. In quell’occasione, Dassilva avrebbe mostrato “visibile stupore” alla notizia che il suo Dna non era stato trovato sul corpo della vittima, un comportamento che il giudice trova “inspiegabile per chi non ha avuto alcun contatto con la vittima”.
Il prossimo passo della difesa
Gli avvocati di Dassilva puntano a mettere in discussione il peso di questi elementi, sostenendo che non costituiscano prove sufficienti per giustificare la detenzione. Il ricorso al Tribunale del Riesame rappresenta un’ulteriore tappa in un caso che continua a sollevare interrogativi e che rimane al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria.