Rimini, “giallo” dell’omicidio Pierina Paganelli, gelo tra accusa e difesa dopo il no alla scarcerazione di Dassilva: il Riesame sarà il campo di battaglia

Il Gip di Rimini ha respinto la richiesta di scarcerazione per Louis Dassilva, unico indagato nell’omicidio della 79enne Pierina Paganelli, uccisa con 29 coltellate nell’ottobre 2023. La decisione del giudice, motivata da un “mosaico di indizi” ritenuti schiaccianti, rafforza l’impianto accusatorio basato soprattutto sulla testimonianza della nuora della vittima, Manuela Bianchi. Mentre l’accusa accoglie con favore il rigetto, la difesa di Dassilva annuncia battaglia al Riesame di Bologna.

La decisione del giudice: niente libertà per Dassilva

Louis Dassilva, 35 anni, rimarrà in carcere. Nella tarda mattinata di lunedì 14 aprile il giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini ha rigettato l’istanza di revoca della custodia cautelare presentata dai legali dell’indagato. Dassilva, di origini senegalesi, si trova detenuto presso il carcere riminese dei “Casetti” dal luglio 2024, in quanto unico accusato dell’omicidio volontario e pluriaggravato di Pierina Paganelli, 79 anni, brutalmente uccisa a coltellate la sera del 3 ottobre 2023 nel garage della propria abitazione a Rimini. Il provvedimento del Gip è in linea con il parere della Procura, che si era opposta alla scarcerazione evidenziando il permanere di gravi indizi di colpevolezza a carico di Dassilva?.

Le motivazioni del Gip. Nelle 80 pagine dell’ordinanza depositata, il giudice Cantarini traccia un quadro indiziario definito “granitico”. Egli parla di un particolare “clima emotivo” fatto di rancori e tensioni familiari che spiegherebbe il delitto?. Al centro c’è la testimonianza di Manuela Bianchi – nuora della vittima ed ex amante di Dassilva – il cui racconto è ritenuto “credibile” e “pienamente confermato” dai riscontri tecnici?. Secondo il Gip, infatti, la versione fornita dalla donna sul ritrovamento del cadavere trova riscontro oggettivo in vari elementi investigativi: ad esempio nei rumori registrati da una telecamera di sorveglianza e uditi da una vicina, coincidenti con quanto da lei descritto?, nonché nei dati estratti dal cellulare (come il conteggio dei passi compiuti da Bianchi la mattina seguente, compatibili con i suoi movimenti dichiarati). Decisivo è soprattutto il fatto che Dassilva fosse presente nel garage la mattina del 4 ottobre 2023, quando Bianchi scoprì il corpo: una presenza che il giudice considera provata e con una “portata gravemente indiziaria, ai limiti della prova logica” della colpevolezza dell’indagato?. In altre parole, il fatto che Louis si trovasse sul luogo del delitto senza essere stato avvertito da nessuno indica che conoscesse l’esistenza del cadavere perché era stato lui ad uccidere la vittima. Secondo quanto scrive il Gip, tutto ciò che Dassilva suggerì a Manuela (di non fare rumore, chiedere aiuto a un vicino e perfino abbracciarlo per sviare i sospetti) aveva come scopo proprio quello di distrarre l’attenzione da sé e giustificare la propria presenza sulla scena del crimine.

Il giudice sottolinea inoltre come non esistano plausibili piste alternative. L’ipotesi avanzata dalla difesa – cioè un coinvolgimento della stessa Manuela Bianchi o di suoi familiari – viene definita “congetturale” e priva di riscontri?. Anzi, Cantarini critica la strategia difensiva perché tenta di screditare Bianchi con “pregiudizi morali” (in quanto amante infedele) e interpreta i dati tecnici in modo “errato” e “illogico”, distorcendo la realtà emersa?. Dall’ordinanza del Gip emerge invece un “mosaico di indizi” convergenti su Dassilva e nessun altro. Tra questi figurano: l’approfondita conoscenza che l’indagato aveva di abitudini, orari e spostamenti della suocera (abitando nello stesso condominio)?; l’assenza di un alibi credibile per l’ora del delitto – il suo telefono cellulare risultava spento nel periodo in cui Pierina fu aggredita, e la moglie di Louis (che viveva con lui nello stesso stabile) dormiva già verso le 22, quindi non può confermare i movimenti del marito in quei momenti?; e persino un’analisi fonica condotta su un audio ambientale, che ha isolato una voce maschile attribuibile a Dassilva in coincidenza con le urla di Pierina durante l’aggressione?. Quest’ultimo riconoscimento “al momento non ha valore scientifico e andrà verificato”, precisa il giudice, ma aggiunge ulteriore peso al quadro accusatorio se letto insieme al resto. Completa il mosaico un possibile movente passionale: l’anziana vittima, molto legata alla famiglia, rappresentava un ostacolo per la relazione clandestina tra Louis e Manuela e avrebbe potuto smascherarli, mettendo fine al matrimonio di Dassilva e alla sua stabilità economica. Alla luce di tutti questi elementi, il Gip scrive nero su bianco che “è altamente probabile che proprio Dassilva sia l’assassino di Pierina Paganelli”?. Una conclusione netta, che – almeno in questa fase – chiude il cerchio intorno al 35enne.

Le reazioni: accusa soddisfatta, difesa pronta al Riesame

La decisione di mantenere Louis Dassilva in custodia è stata accolta con soddisfazione dalla parte civile e da chi rappresenta Manuela Bianchi. “Accogliamo con soddisfazione e senso di giustizia la decisione del giudice di rigettare la richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Louis Dassilva” – ha dichiarato Davide Barzan, criminologo del team legale che assiste Manuela Bianchi?. Secondo il consulente, le dichiarazioni rese dalla nuora “sono state attentamente verificate e hanno trovato riscontro nelle indagini degli investigatori”, tanto che il quadro indiziario a carico dell’indagato si è ulteriormente rafforzato confermando la solidità dell’accusa. Anche gli avvocati Monica e Marco Lunedei, che tutelano i figli di Pierina Paganelli, hanno diffuso una nota esprimendo piena approvazione: “La famiglia della vittima ha accolto con favore il rigetto dell’istanza di revoca della misura cautelare. Quanto restituito dal procedimento in aula e dagli atti di indagine non ha mai lasciato dubbi sull’esito di questa decisione”?. In altre parole, per i familiari di Pierina gli elementi emersi nelle udienze avvaloravano chiaramente la colpevolezza di Dassilva, rendendo prevedibile il rifiuto della scarcerazione.

Dal fronte opposto, la difesa di Louis Dassilva incassa un duro colpo ma non arretra. Gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi avevano presentato un’articolata memoria di ben 161 pagine per chiedere la liberazione del loro assistito?, puntando soprattutto a smontare l’attendibilità di Manuela Bianchi. A loro avviso, come ribadito nei giorni scorsi, “tante cose non tornano” nell’impianto accusatorio. La mancanza di prove scientifiche dirette – ad esempio nessuna traccia biologica di Louis sul luogo del delitto – e le presunte contraddizioni nel comportamento di Bianchi (che per mesi aveva taciuto per poi cambiare versione solo di recente) sono tra i punti su cui insistono i legali?. Non avendo convinto il Gip, la difesa si prepara ora a giocarsi l’ultima carta: ricorrerà al Tribunale del Riesame di Bologna, che si riunirà giovedì 17 aprile per riesaminare la legittimità della custodia cautelare?. “Faremo ricorso anche se a Louis venissero dati i domiciliari: va scarcerato” avevano preannunciato gli avvocati, lasciando intendere che porteranno la questione a tutti i livelli possibili.

Manuela Bianchi, dal canto suo, mantiene un basso profilo pubblico dopo essersi esposta con le autorità nelle scorse settimane. Raggiunta dalla stampa locale, la donna – che ricordiamo è formalmente indagata per favoreggiamento ma considerata ormai un testimone chiave dell’accusa – si è limitata a dire poche parole: “È una storia tristissima, ma non voglio commentare la decisione del giudice”. Comprensibilmente provata dalla vicenda, Bianchi preferisce non aggiungere altro, almeno davanti ai media, lasciando che siano i suoi legali e i riscontri oggettivi a parlare per lei.

Un caso complesso tra rancori e segreti familiari

Quello di Pierina Paganelli è un caso intricato che ha tenuto con il fiato sospeso la comunità riminese per mesi. La 79enne pensionata – descritta da chi la conosceva come una persona attiva e benvoluta nel quartiere – fu trovata senza vita nel garage condominiale di casa, in via del Ciclamino, all’alba del 4 ottobre 2023. Il corpo presentava decine di ferite da arma da taglio, segno di un’aggressione furiosa. Inizialmente le indagini brancolavano nel buio: nessun testimone o telecamera aveva ripreso chiaramente l’assassino. Solo col tempo gli inquirenti hanno messo a fuoco un retroscena insospettabile, fatto di relazioni segrete e risentimenti covati all’interno della stessa famiglia. Louis Dassilva, vicino di casa di Pierina e marito di una delle sue figlie, era considerato quasi un parente acquisito. La svolta è arrivata quando Manuela Bianchi, nuora della vittima e amante di Louis, ha deciso di vuotare il sacco. Dopo aver inizialmente negato ogni coinvolgimento e anzi aver difeso l’uomo, a distanza di oltre un anno dal delitto Bianchi ha cambiato versione, confessando agli inquirenti particolari fino ad allora sconosciuti?. Ha raccontato che la mattina in cui scoprirono il cadavere di Pierina, Dassilva era lì presente accanto alla porta tagliafuoco del garage, e fu lui a dirigerla su come comportarsi: evitare rumori, chiamare aiuto da un vicino e perfino abbracciarlo inscenando lo shock?. Un dettaglio agghiacciante emerso dal suo racconto riguarda un barattolo di vetro trovato in frantumi accanto al corpo della suocera: Louis le parlò di alcuni oggetti caduti dalle mani di Pierina, un particolare che solo chi era presente al momento della tragedia avrebbe potuto conoscere. Queste rivelazioni hanno gettato nuova luce sul movente del delitto: gelosia e paura. Pierina, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe potuto scoprire la relazione extraconiugale tra suo genero e la nuora, e forse lo aveva già intuito – tanto da essere considerata da Louis una minaccia alla sua vita familiare?. Ne sarebbe nato un clima di astio crescente, sfociato nel sangue.

Le fasi investigative più recenti sono state caratterizzate da un intenso confronto peritale tra accusa e difesa. Da un lato la Procura (Pm Daniele Paci) ha prodotto nuove consulenze tecniche – in tutto 24 atti depositati – per corroborare la credibilità del racconto di Bianchi e gli indizi contro Dassilva. Dall’altro, i legali di Louis hanno ingaggiato esperti per contestare queste evidenze (dall’interpretazione dei suoni captati nel garage all’analisi dei movimenti registrati dallo smartphone) sostenendo che molte “prove” in realtà non reggerebbero ad un vaglio imparziale. Il risultato è un fascicolo d’inchiesta voluminoso e complesso, che il Gip ha passato al setaccio nei giorni scorsi prima di emettere la sua ordinanza di rigetto. Nei programmi televisivi e sulla stampa la vicenda ha avuto ampia eco: trasmissioni nazionali come “Chi l’ha visto?”, Le Iene e Quarto Grado se ne sono occupate, portando all’attenzione generale anche aspetti collaterali come le polemiche intorno al consulente di Bianchi, Davide Barzan (accusato da alcuni di spacciarsi per avvocato)?. Tutto ciò ha contribuito a fare del “giallo di Pierina” un caso seguito con morbosità e partecipazione emotiva sia in Romagna che nella vicina San Marino.

Prossime tappe: la parola al Tribunale del Riesame

Con il no del Gip alla scarcerazione, il percorso giudiziario prosegue ora davanti al Tribunale del Riesame di Bologna. Giovedì 17 aprile alle 9:30 è fissata l’udienza in cui un collegio di giudici rivaluterà gli elementi a carico di Dassilva e la necessità di mantenerlo in custodia. Questa udienza arriva a seguito di un intervento della Corte di Cassazione: lo scorso gennaio, infatti, la Suprema Corte aveva annullato (con rinvio) la precedente ordinanza di custodia cautelare, rilevando alcune incongruenze e chiedendo un esame più approfondito degli indizi?. Da allora l’inchiesta ha aggiunto nuovi tasselli – in primis l’incidente probatorio in cui Manuela Bianchi ha confermato sotto giuramento la sua testimonianza – e il Gip di Rimini ha ora motivato dettagliatamente la permanenza in cella di Louis. I giudici del Riesame dovranno tenere conto di tutta questa mole di informazioni, vecchie e nuove, e potranno confermare la custodia, sostituirla con misure meno afflittive (come i domiciliari) oppure revocarla del tutto. La difesa spera in un alleggerimento della misura, confidando di far breccia almeno in sede di Riesame, mentre l’accusa ritiene che i nuovi elementi abbiano blindato ulteriormente il caso contro Dassilva?.

Nel frattempo, gli inquirenti potrebbero avviarsi verso la chiusura delle indagini preliminari. Se il quadro resterà invariato dopo il Riesame, per Louis Dassilva si profilerebbe la richiesta di rinvio a giudizio e un eventuale processo in Corte d’Assise per omicidio volontario aggravato. La comunità riminese, ancora scossa dalla brutale uccisione di Pierina, attende che giustizia faccia il suo corso fino in fondo. Qualunque sarà l’esito dei prossimi passaggi giudiziari, questo drammatico caso familiare ha ormai svelato i suoi segreti più oscuri, segnando profondamente tutti i protagonisti coinvolti. L’auspicio condiviso è che la verità completa emerga in sede processuale e che una tragica vicenda nata da passioni e risentimenti trovi finalmente una conclusione nei tribunali, rendendo giustizia alla memoria di Pierina Paganelli.