Rimini, giallo di omicidio Pierina Paganelli: quasi un migliaio di “sostenitori” di Luis Dassilva firmano petizione per chiedere la sua liberazione immediata

Continua a far discutere, non solo a Rimini, il caso di Louis Dassilva, il 35enne senegalese accusato dell’omicidio di Pierina Paganelli. Una petizione online, che ha già raccolto quasi 900 firme su change.org, chiede la scarcerazione dell’imputato e denuncia i tredici mesi trascorsi in custodia cautelare ai “Casetti”.

La petizione, dal titolo chiaro e diretto – “Chiedere la libertà immediata per Louis Dassilva: basta alla custodia cautelare infinita” – sottolinea la necessità che Dassilva possa affrontare il processo da uomo libero, evidenziando il contrasto tra i lunghi tempi della detenzione preventiva e il diritto alla presunzione di innocenza.

Verso il processo del 15 settembre

Il caso è entrato in una nuova fase lo scorso 14 luglio, quando il gup Raffaele Deflorio ha disposto il rinvio a giudizio. La prima udienza davanti alla Corte d’Assise di Rimini è fissata per il 15 settembre: Dassilva risponderà di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, motivi abietti e approfittamento della minorata difesa della vittima, circostanze che escludono la possibilità di riti alternativi. Difeso dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, l’imputato ha sempre proclamato la propria innocenza e ribadirà la propria versione in aula. L’accusa sostiene invece che l’omicidio sia legato alla volontà di proteggere la propria stabilità familiare e una relazione extraconiugale ormai vicina a essere scoperta dalla vittima.

Opinioni contrastanti tra familiari e sostenitori

La vicenda continua a dividere l’opinione pubblica riminese. I familiari della vittima hanno espresso sofferenza ma fiducia negli inquirenti, mentre i sostenitori di Dassilva, attraverso la petizione, denunciano una detenzione arbitraria e condizioni carcerarie inumane, ribadendo l’importanza del rispetto della presunzione di innocenza.

Il processo del 15 settembre rappresenterà un momento decisivo per chiarire i fatti e potrebbe segnare una svolta in una storia che tiene Rimini con il fiato sospeso da quasi due anni.