Secondo gli ultimi dati disponibili, in Italia il 15,2% dei giovani tra i 15 e i 29 anni è NEET (Not in Education, Employment or Training). In Emilia-Romagna la quota si attesta intorno al 15%, mentre nella provincia di Rimini scende al 14%, confermando un tessuto sociale ed economico più dinamico rispetto al quadro nazionale. Un dato positivo, soprattutto se pensiamo che ai numeri del Trentino-Alto Adige, che guida le regioni virtuose con meno del 10% di NEET, si contrappongono quelli delle regioni del Sud, dove il fenomeno raggiunge punte vicine al 25%.
Sono dinamiche che risentono molto delle diseguaglianze non solo tra regioni italiane – con il divario storico tra Nord e Sud – ma anche di quelle intraterritoriali, tra centro e periferia.
“Dati riminesi migliori della media nazionale, e sotto quella regionale – ricorda Chiara Bellini , vicesindaca con delega ai servizi eduativi– ma il fenomeno merita attenzione, per questo lo stiamo monitorando cercando nuovi strumenti per contrastarlo. Il fenomeno è complesso e variegato, perchè unisce la dispersione scolastica ai fuoriusciti dal mercato del lavoro e in cerca di occupazione. Sono due ambiti piuttosto differenti da affrontare con una pluralità di interventi e servizi piuttosto diversi tra loro. La dinamica nazionale, in cui anche noi siamo inseriti, mostra campanelli d’allarme che non vanno sottovalutati. Per questo, come amministrazione, stiamo cercando di ampliare il potenziale aggregante delle scuole anche nei pomeriggi, con progetti pilota e investimenti negli spazi distribuiti su tutto il territorio. Le scuole non devono essere solo il luogo dell’apprendere, ma anche della condivisione, della relazione e della socialità. Questi aspetti sono altrettanto importanti, accanto agli interventi formativi, educativi e occupazionali, per ridurre il fenomeno dei NEET e garantire ai nostri ragazzi e ragazze la possibilità di scegliere davvero il proprio futuro .”
Comune di Rimini












