«CHIEDE in continuazione come stanno la moglie e il figlio. Domanda di loro a chiunque entra nella stanza». Non sanno come dirglielo i quattro fratelli a Khalid Jovinda, 38 anni, ricoverato in condizioni ancora gravi all’ospedale di Cesena, dopo il terribile incidente avvenuto la mattina di Natale in A-14, al casello di Rimini sud, in cui hanno perso la vita la moglie Samina e il figlio di appena 10 mesi mesi, Umar. La famiglia Jovinda, residente a Civitanova Alta, si sarebbe dovuta trasferire in questi giorni a Trodica di Morrovalle. Le condizioni di salute di Khalid, in Italia da quindici anni, operaio alla Ipr di Montecosaro che produce suole ha ripreso conoscenza ma ancora in prognosi riservata. «Sono gravi – dice Shabaz, uno dei fratelli – e il medico ha detto che potrebbero peggiorare ulteriormente, se gli comunicassimo la notizia del decesso della moglie e del figlio. Dobbiamo aspettare». Anche il piccolo, che ha compiuto due anni pochi giorni chiede della madre e del padre. «E noi non sappiamo cosa rispondere. Come si può spiegare questo a un bimbo così piccolo?». Sono partiti in tanti per andare all’ospedale di Cesena: non solo i parenti, ma anche gli amici e i vicini di casa di Jovinda. Samina lascia tre fratelli, tre sorelle e la mamma. Vivono tutti in Pakistan, vicino Vazirabad. «Khalid per sua moglie ha fatto tutto quello che fa un uomo innamorato – aggiunge il fratello Shabaz – lei spesso non stava bene, ha avuto gravidanze difficili. Lui la aiutava in casa, cucinava, cambiava i pannolini. Le stava vicino e si prendeva cura di lei. Siamo molto preoccupati pensando a come potrebbe reagire alla notizia». «Khalid è andato in Pakistan, ha visto Samina – racconta Nizar Mohamed, che sarebbe stato il futuro vicino di casa della coppia – se n’è innamorato subito. Si sono sposati quattro anni fa. Sarebbero venuti a vivere qui. Quanto accaduto è causa di un grande dolore, per tutti noi. Sono bravissime persone». Non si sa ancora quando sarà celebrato il funerale della 27enne e del piccolo. «Dipende se i parenti di lei in Pakistan ci daranno l’autorizzazione affinché se ne occupi il marito, oppure no».
Resto del Carlino