GLI AUTOMOBILISTI sono salvi. Mentre a Reggio Emilia, Ferrara, Modena e Piacenza domenica scatterà lo stop parziale del traffico, come previsto dalla normativa in caso di sforamenti prolungati dei livelli di Pm 10 nell’aria, Rimini è riuscita a evitare la ‘giornata ecologica stroardinaria’. Per poco, in verità. Perché lunedì scorso la stazione di rilevamento Flaminia ha registrato un valore di 46 ug / m3. Vicinissimo alla soglia limite (50 ug/ m3) fissata dalla legge, che avrebbero reso necessario il provvedimento anche qua. «A Rimini – conferma l’amministrazione – non sono in programma ulteriori stop del traffico. Lunedì infatti le percentuali di micropolveri sono tornate nella norma. Inoltre nei mesi scorsi abbiamo aderito, insieme agli altri sindaci emiliano romagnoli, al piano regionale per la qualità dell’aria, che ha individuato la strategia comune da adottare sul fronte della lotta all’inquinamento. Il piano prevede la sospensione delle limitazioni nel periodo che val 1° dicembre al 6 gennaio prossimo». «Tutti noi sindaci del centro nord siamo preoccupati per la nostra aria – commenta il sindaco Andrea Gnassi –. Anche se si tratta di condizioni meteo non consuete, è chiaro che si ripropone la necessità di un programma italiano riguardante il miglioramento dell’aria che si respira. L’Emilia Romagna, insieme alla Lombardia, uniche in Italia, da oltre 10 anni attua azioni di contrasto allo smog che hanno ottenuto nel corso del tempo anche risultati interessanti. E’ chiaro tuttavia che questa non è la risposta strutturale perché comunque il meteo ha un’incidenza fortissima sul buono o meno buono esito di questa campagne invernali regionali. E’ comunque una strada da perseguire, magari coinvolgendo non solo le città grandi (l’ordinanza parte dalla realtà urbane dai 60 mila abitanti in su), ma tutto il territorio. Su questo però si gioca la vera questione: la risposta efficace non si limita ai soli blocchi ma riguarda principalmente la riqualificazione delle città, su città cioè non più ‘schiave’ dell’auto. In una realtà come Rimini il 70 per cento del trasporto su quattro ruote avviene per tragitti inferiori a pochissimi chilometri. Rimini negli ultimi quattro anni ha aumentato la propria rete di piste ciclabili del 30 per cento, creando un anello integrato con la viabilità interna di raccordo. Ha eliminato molti semafori, sostituendoli con totatorie che evitano la stagnazione del traffico e dunque l’aumento di inquinamento. Soprattutto ha sostenuto la realizzazione di un sistema di trasporto pubblico costiero, da troppi osteggiato per questioni altre, e che invece sarà capace di produrre un miglioramento effettivo della qualità dell’aria, togliendo dalla strada i 6 mila mezzi che ogni giorno fanno avanti indietro nei pochi chilometri che separano Rimini da Riccione» conclude Gnassi.
Resto del Carlino