L’INCUBO, per loro, non è affatto finito. Ma dopo il provvedimento della Cassazione, che ha annullato il sequestro di beni e conti, gli indagati eccellenti del crac Aeradria cominciano a tirar fiato. Anche se la partita non è finita, «stanno avanzando provvedimenti – osserva il sindaco di Rimini Andrea Gnassi – che fanno chiarezza sulla questione. Avevo detto mesi fa che la decisione di ricorrere alla Cassazione sul tema del sequestro, pur largamente ridimensionato rispetto al provvedimento iniziale, mi faceva essere fiducioso verso la giustizia, a cui bisogna sempre credere e da cui allo stesso tempo pretendere imparzialità, rigore e rispetto della dignità della persone. La fiducia è stata ben riposta». Vorrebbe alzare i toni l’ex presidente della Provincia Stefano Vitali, «ma non faccio polemiche perché la notizia di oggi (ieri per chi legge, ndr) lenisce parecchia rabbia. Per uno come me che fa dell’onestà un punto imprescindibile, questa è una giornata che vede spuntare un piccolo grande raggio di sole». Non nasconde la sua soddisfazione anche il presidente di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni: «E’ ovvio che sono contento, ma non voglio fare previsioni su come farà andrà a finire il procedimento». E si augura che «si tenga conto di questo elemento» quando si dovrà decidere se rinviare o no a giudizio lui e gli altri indagati eccellenti. Il presidente lancia poi più di un’ombra sulla decisione del Tar di annullare il bando di gestione di Aeradria: «Enac ha fatto una scelta precisa: allargare la platea di possibili concorrenti. Una scelta che ha una sua sostanza». E sul futuro del ‘Fellini’, il parlamentare del Pd Tiziano Arlotti assicura «che Enac, che ho contattato subito, esclude gli scenari apocalittici descritti da alcuni politici del territorio riminese. Scenari dettati dalla meschinità». Il collega di Ncd, Sergio Pizzolante, dal canto suo ringrazia Enac per «quello che ha fatto e continua a fare. Ha ragione Riggio: se il bando per gestire l’aeroporto fosse stato riservato solo a chi aveva esperienza aeroportuale, rischiava di andare deserto»
Fonte: RESTO DEL CARLINO